"In principio fu la task force del Ministero della Salute, era il 22 gennaio e l'emergenza non era ancora scoppiata. A quella prima ne sono seguite altre 14 a livello centrale e almeno altre 30 a livello territoriale". Lo ha scritto, dopo una attenta indagine, Manuela Perrone, su "Il Sole 24Ore" (19 aprile) che prosegue: "Una pletora di comitati e commissioni che impegnano più di 800 persone tra politici, dirigenti e tecnici delle Amministrazioni centrali, regionali e locali. Record di tavoli alla giustizia". Oltre 450 componenti al lavoro sull'emergenza coronavirus nelle task force, nelle commissioni, nei gruppi, nei comitati, nella cabina di regia. E i comunicatori pubblici?
Suddivisi per numeri, sono 15 i membri del Comitato Tecnico Scientifico al Dipartimento della Protezione Civile; 40 quelli nella Struttura di supporto al commissario Arcuri. Alla Cabina di regia Governo, Enti locali e Parti sociali ce ne sono oltre 40; 8 alla Cabina di regia Fase 2.
Gli esperti delle task force sono: Ministero della Salute: 8; Ministero dell'Istruzione – Emergenza: 100; MIUR per il dopo emergenza: 15; Ministero dell'Innovazione – Dati: 76; Giustizia (Ministero della): 20; Carceri (Ministero della Giustizia): 40; Contro le fake news: 11; 'Donne per un nuovo rinascimento': 13; 'Liquidità Sistema bancario' circa 35; 'Colao Fase 2' – ultima ma non ultima - i componenti sono 20.
Il Ministero dell'Ambiente ha, invece, istituito il 'Gruppo di lavoro finanza sostenibile' con 9 membri.
Un numero straordinario di persone: 450 i vari esperti per lo stato centrale e almeno 400 a livello locale. E in questo numero non siamo riusciti a trovare – ma speriamo in un nostro errore – un comunicatore pubblico, studioso, esperto, competente della disciplina tanto da farci pensare che mai la comunicazione pubblica o di pubblico servizio sia stata così misconosciuta.
Il tema comunicazione viene trattato solo come, potremmo dire, cura e non prevenzione. Si veda il caso delle fake news.
La comunicazione pubblica "coronavirus", infatti, oggi dice tutto e il contrario di tutto. I contenuti, gli attori, i dati, i messaggi dei politici e dei tecnici non aiutano anzi, rendono difficoltoso capire e districarsi nel mare magnum delle informazioni diffuse.
Non è comunicazione di servizio pubblico, non è relazione con il cittadino. È improvvisazione, posizione e idea del singolo, senza una strategia complessiva. Tentando più di preservare e coltivare l'immagine politica, che garantire l'attivazione di un dialogo costruttivo con i cittadini, giunti ormai all'esasperazione.
MB