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Per i dipendenti pubblici: dirigenti per merito, riduzioni delle leggi e semplificazione dei processi

"La Pubblica Amministrazione italiana è un affastellarsi di norme ridondanti e confuse che frenano l'innovazione e rendono la semplificazione una chimera". A dirlo sono il 62% dei dipendenti pubblici. Negli ultimi 5 anni la burocrazia è cresciuta ed è diventata "difensiva": con questo termine si intende la convinzione degli stessi lavoratori pubblici che solo rimanendo immobili si evitano rischi. Lo rileva l'inchiesta annuale sulla Pubblica Amministrazione svolta da FPA il cui argomento è stato approfondito nel recente "ForumPA 2017".

La causa principale del rallentamento dell'azione amministrativa, così dice il 67,2% del campione (1.700 persone, per l'80% dipendenti pubblici), è l'eccessiva produzione di norme che si sovrappongono e generano confusione e disorientamento, tanto che, per chi lavora nella P.A., è difficile comprendere il senso strategico del proprio lavoro (45,3%).

Questa criticità ha due facce. La prima è di tipo personale: i lavoratori si sentono demotivati. La seconda è di tipo organizzativo: alcuni processi sono diventati più complessi e lenti, come le procedure di acquisto, le misure anticorruzione, la formalizzazione di incarichi e contratti.

L'elemento positivo è un uso maggiore delle tecnologie per accelerare i processi/servizi (solo 21 su 100 rispondono di usare "raramente" o "mai" le tecnologie per accelerare i processi); tuttavia persiste la resistenza di alcuni colleghi (anche di altre Amministrazioni) a utilizzare i documenti digitali (accade "spesso" per il 49,3% del campione e "sempre" per l'11,6%). Gli stessi cittadini sfruttano poco le interfacce web con la P.A. e preferiscono recarsi allo sportello (63%).

I dipendenti pubblici hanno però le idee chiare su come uscire da questo stallo: scelta di dirigenti capaci basata sul merito e non sulla politica (lo dice il 50,7% del campione), meno norme (43,5%), più digitalizzazione (41,9%). La P.A. cento per cento paperless è forse un sogno (non accadrà nemmeno nel 2030, secondo il 45,3% dei rispondenti); però l'81,8% pensa che nel 2030 finalmente non dovrà ridare alle Amministrazioni pubbliche i propri dati mille volte e il 77% è convinto che potrà gestire tutte le comunicazioni con le P.A. da un unico punto di accesso.


da CorComDaily per FPA