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Dalla Commissione Ue arriva lo stop alla posta elettronica non desiderata, detta spam, che ogni giorno intasa le cassette di posta elettronica di milioni di cittadini.

Secondo i dati diffusi, l'Italia è il primo produttore di spam a livello europeo.
La richiesta di Bruxelles è che gli Stati membri adottino "sanzioni civili e penali per combattere la posta indesiderata", un problema che il 65% dei cittadini Ue considera ancora eccessivo.

Secondo i dati diffusi dalla Commissione, gli Usa producono la maggior parte dello spam mondiale (19,8%), seguiti dalla Cina (9,9%) e dalla Russia (6,4%). All'ottavo posto c'é l'Italia (3%), il primo Paese europeo per diffusione di posta indesiderata.
E proprio in Italia, continua l'azione del Garante della Privacy contro lo spamming e il marketing disinvolto.

In una recente nota si legge che, anche se i dati sono estrapolati dalle directory o dai registri pubblici, quando si usano sistemi automatizzati è obbligatorio acquisire prima il consenso dei destinatari.

Di recente l'Autorità ha vietato l'ulteriore trattamento illecito dei dati personali a cinque società che inviavano pubblicità tramite fax e posta elettronica senza il preventivo consenso degli interessati. Intervenendo a seguito delle segnalazioni di alcuni utenti che continuavano a ricevere e-mail e fax indesiderati, il Garante ha ribadito che l'uso di sistemi automatizzati per inviare messaggi promozionali, anche quando si tratti di dati estratti da elenchi categorici o da albi, impone la preventiva acquisizione del consenso da parte dei destinatari. La mancata osservanza del divieto espone anche a sanzioni penali.