Certamente non è passata sotto silenzio la nutrita serie di iniziative che, chiusa la parentesi delle elezioni regionali è stata avviata dalla nostra Associazione.
Il 23 aprile si è tenuto a Perugia un importante convegno sul tema "Una nuova P.A. tra riforme e federalismi" che ha segnato anche l'inizio di un rapporto di collaborazione con l'Amministrazione provinciale di quella città.
Sarà poi la volta di Torino dove, il 5 maggio, si svolgerà una giornata sul tema: "Sanità: informazione in emergenza. Quale comunicazione rapida ed efficace nella crisi?".
Infine, in giugno, si terrà a Roma l'annuale Assemblea Nazionale dei nostri iscritti, dedicata all'approvazione del bilancio 2009, a fare il punto sulla questione del riconoscimento dei profili professionali e alla celebrazione dei primi vent'anni di vita della nostra Associazione.
Tre appuntamenti importanti in tre parti del nostro Paese che rappresentano il segnale più evidente della forte ripresa sul territorio della nostra presenza e dei nostri temi. Ai quali si aggiunge una attività di formazione che sta interessando molte città italiane.
Mentre qualcuno asserragliato nelle proprie giurassiche certezze getta schizzi di fango avvolti in carta stagnola e altri cercano di immettere nuovi elementi di confusione tra chi deve informare e chi deve comunicare, noi preferiamo la discussione che è la prima e fondamentale forma di rispetto degli altri e delle loro idee.
Ma come non siamo organizzatori di fiere, non vogliamo trasformarci in organizzatori di convegni anche se ringraziamo il grande impegno delle delegazioni regionali dell'Umbria, del Piemonte e della Valle d'Aosta nella preparazione di questi incontri.
Queste iniziative, formazione compresa, ci permetteranno di raccogliere quei suggerimenti e quelle proposte che rilanceremo in un nostro documento accompagnato dal programma di lavoro da qui alla scadenza dell'attuale mandato prevista nella primavera del 2011.
Nessuno si allarmi. Non è alle viste nessuna Carta costituente, nessuna crociata, nessuna conquista di nessun Palazzo d'Inverno.
Molto più semplicemente chiederemo l'appoggio dei comunicatori pubblici perché facciano sentire la loro voce e rimangano al nostro fianco per raggiungere quei decisivi risultati che intendiamo condividere con tutti loro.
Primo fra tutti quel riconoscimento professionale che ancora ci viene negato in nome di un concetto di professionalità che, Legge 150 o meno, finisce troppo spesso per premiare le conoscenze anziché le competenze.
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