La comunicazione interculturale, entrata a pieno diritto a far parte della comunicazione di cittadinanza ha già importanti attori come il laboratorio avviato in Emilia-Romagna, su iniziativa delle Politiche sociali, i cui primi risultati, sono di attenzione successo. Una chiave di lettura dei processi sociali e culturali ed una pratica che ne facilita una evoluzione dinamica. Un lavoro quanto mai necessario oggi che rischiano di consolidarsi nella società percezioni e relazioni negative che generano sfiducia, paura e discriminazione.
Nell'ecosistema comunicativo odierno spesso si consolidano gruppi sociali chiusi in se stessi con punti di vista preconcetti, visioni particolaristiche indisponibili al confronto. E' uno scenario da prevenire, proponendo interpretazioni aperte e verificabili, nuove chiavi di lettura sistemiche e inclusive, percorsi di messa in discussione delle verità indiscutibili e immutabili, attraverso nuove modalità di relazione e dialogo interculturale. In altre parole: costruire contesti e percorsi che includono, coinvolgono e responsabilizzano (caring ed empowerment delle comunità locali), nei quali si mettono in discussione i vecchi paradigmi e se ne assumono e sperimentano di nuovi misurando i risultati.
Una cittadinanza più informata, plurale, consapevole, educata, attiva... diventa l'arma vincente delle politiche di inclusione sociale e di sostenibilità all'interno dei processi di cambiamento culturale e sociale, economico e istituzionale>. (tratto dall'introduzione di Paolo Tamburini alle "Linee guida regionali sulla comunicazione multiculturale")
ndr. Le Linee guide regionali sulla comunicazione multiculturale, recente lavoro che sarà presentato a Bologna il 27 giugno durante l'evento "Il ruolo della comunicazione pubblica di fronte alle sfide dell'immigrazione" è un ottimo aiuto per attivare forme di collaborazione tra Istituzioni pubbliche e mass media il cui contenuto serve per migliorare la comprensione del fenomeno migratorio.