É una triste realtà quella della Pubblica Amministrazione che viene descritta nelle parole di imprenditori e professori universitari. Una frase per tutte quella di Giovanni Valotti, presidente di Metropolitana Milanese e prorettore dell'Università Bocconi: quando si parla di Pubblica Amministrazione spesso si assume l'aria triste di un funerale, dove ormai non c'é più nulla da fare. Ma in realtà, riconosce Valotti, non è così. Anzi. Sicuramente bisogna alzare il livello delle competenze e migliorare le modalità di selezione del personale, che oggi avviene solo su basi nozionistiche, che non fanno emergere la qualità. Quanto alla retribuzione di risultato, sarebbe bene che i valutatori fossero esterni e non interni alla P.A. stessa, affinchè possano davvero certificare oggettivamente il raggiungimento degli obiettivi.
Che vi sia ancora molto da dare e da fare, lo dimostra il dibattito sollecitato dalla lettera del presidente del Consiglio e del ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione inviata ai cittadini e ai dipendenti pubblici. Mai come oggi si è assistito a un dibattito così costruttivo su questi temi. Mai come ora ci si è seduti tutti attorno a un tavolo senza avvalorare la contrapposizione sterile tra pubblico e privato.
Ma a chi è rivolta di fatto la riforma della Pubblica Amministrazione, si chiede Roger Abravanel, saggista e autore del blog www.meritocrazia.com del "Corriere della Sera", di cui ci si ricorderà senza dubbio il celebre libro dal titolo appunto “Meritocrazia”. In Italia sono circa tre milioni e duecentomila i dipendenti pubblici (contro i cinque milioni di colleghi francesi). Questo totale complessivo è composto però da un milione e duecentomila dipendenti dell’universo Scuola, settecentomila addetti alla Sanità, diecimila magistrati e infine un milione e trecentomila dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni strettamente intesi, suddivisi in ottocentomila negli Enti locali e cinquecentomila nello Stato. Occorre rendere appetibile il pubblico perchè possa attrarre talenti.
Talenti che possono provenire anche dal privato, alimentando una sorta di osmosi, afferma Andrea Viero Vicepresidente di Iren che, citando l’esperienza della Giunta Illy in Regione Friuli Venezia Giulia, arriva perfino ad asserire che il cambiamento avviene solo top-down perchè non si può chiedere ai dipendenti di infrangere bottom-up il sistema di cui fanno parte.
Una cosa è certa, secondo Donato Iacovone di Ernst & Young, “non bisogna continuamente denigrare, occorre dare un piano di visione”. E ancora: occorre investire nella banda larga in Italia e in software e servizi che sappiano tradurre nell’on line quel che sinora viene fatto allo sportello. Alla modernizzazione della P.A. e anche alla riduzione dei costi si giunge passando attraverso le tappe obbligate di semplificazione, digitalizzazione e delocalizzazione.
Chi ha patito le conseguenze di una P.A. a volte inefficiente è stato un imprenditore come Benito Benedini, che nel suo racconto compara l’esperienza italiana e americana della sua azienda; dall'acquisto del terreno al permesso di costruire sono trascorsi sette anni in Italia e novanta giorni negli Stati Uniti! “Il potere della burocrazia [nel senso deteriore del termine, ndr] è alla base della società italiana non meritocratica, che si nasconde dietro il potere dell’interpretazione della legge”, conclude con scetticismo.
Sonia Cantoni, di Fondazione Cariplo, prova ad imbastire una difesa della Pubblica Amministrazione, dicendosi favorevole a tutti i tentativi di semplificazione delle procedure, salvo su quelle dei controlli, che sono fondamentali per la verifica della spesa pubblica e della qualità dei servizi erogati ai cittadini.
L’incontro milanese, che ha tratto spunto dalla sollecitazione della lettera Renzi/Madia, è stato un ottima occasione perchè il Forum potesse meritevolmente aprire il dibattito a esperienze e punti di vista eterogenei fra loro, come lo dimostrano i relatori presenti. Non possiamo però non notare come a parlare del paziente siano stati illustri medici e
appassionati familiari, ma non si sia chiesto il suo parere. Ovvero, fuor di metafora, non fosse presente nel panel la voce di chi nella Pubblica Amministrazione lavora tutti i giorni. Da tecnico.
L’Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale rappresenta da oltre ventitrè anni professionisti della comunicazione dipendenti e dirigenti della Pubblica Amministrazione e, con tutti loro, il suo apporto è stato rivoluzionario sin dai tempi del ComPA. Oggi, in un momento di assenza di risorse proprio per un’attività strategica come
quella della comunicazione, il cambiamento auspicato deve avvenire dall’interno in un sistema di regole condiviso, in parte già esistente, in parte migliorabile e innovabile. Non solo attraverso la spending review. Non solo idealizzando il privato.
Per questo sentiamo il dovere di partecipare al dibattito del Forum, perchè da una lato ne condividiamo i presupposti e dall’altro siamo fermamente convinti che la collaborazione del paziente sia determinante per aumentarne la percentuale di guarigione.
Maria Elisa Borrelli - Delegato Compubblica per la Lombardia
I risultati del convegno sono pubblicati su: www.forumdellameritocrazia.it