Si avvicinano il referendum e le elezioni regionali e comunali. Per questi appuntamenti Facebook, Google e Twitter hanno assunto con Agcom una serie di impegni e regole che vanno seguite da tutti coloro (partiti, movimenti e politici) che utilizzano lo strumento social per comunicare. Gli impegni presi dalle tre piattaforme dovrebbero produrre sui social una par condicio pre-elettorale.
Nei limiti di quanto è tecnicamente possibile, Agcom chiede di dare più informazioni agli utenti sulla profilazione. Cioè: informare sui criteri di profilazione utilizzati e di altri elementi che definiscono la visualizzazione delle inserzioni; informare altresì sui tipi di dati personali e non personali che influiscono sulle inserzioni ricevute o visualizzate; vedere e conoscere come i fattori demografici che li caratterizzano, i loro interessi, le visite ai siti web e le liste di contatti caricate dagli inserzionisti contribuiscono alla pubblicità elettorale che viene loro mostrata sulle piattaforme utilizzate.
Tra gli impegni sottoscritti ci sono anche il potenziamento di servizi e di strumenti di fact-checking, di aumentare il contrasto degli account fittizi, dei bot e delle notizie false.
Infine, nel periodo elettorale è vietato fare comunicazione istituzionale attraverso i social, fatta eccezione per "i casi di comunicazione impersonale, indispensabile e indifferibile". Così come, nelle pagine istituzionali è vietato l'inserimento di messaggi di pubblicità elettorale.
Ipse dixit Agcom.
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