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Coronavirus, disinformazione e truffe sul web. Indagine dell’Unione europea

Prosegue l'attenzione alla informazioni false e alle truffe on line sul Coronavirus. Per proteggere i cittadini e dare loro una vera e corretta informazione on line la Commissione europea ha predisposto una indagine per individuare le fonti web di fake news e di raggiri.

A fine maggio sono stati presentati i primi risultati della ricerca che rivelano un panorama preoccupante di disinformazione, di pubblicità ingannevole, di vendite di prodotti non conformi, materiale produttore di gravi pericoli e di rischi per i cittadini/consumatori.

I siti web interessati sono stati 286, di cui 206 segnalati per ulteriori indagini per potenziali violazioni del diritto dell'Unione europea in materia di protezione dei consumatori.

88 siti favorivano prodotti con presunti effetti curativi o preventivi contro il coronavirus; 30 siti contenevano affermazioni sbagliate sulle difficoltà di reperimento dei prodotti; 24 siti erano sospettati di pratiche sleali tese a ottenere prezzi eccessivi.

Le piattaforme web che hanno collaborato all’indagine hanno rimosso decine di milioni di annunci pubblicitari ingannevoli. Ad esempio, Google ha bloccato o eliminato oltre 80 milioni di annunci pubblicitari a livello mondiale relativi al coronavirus; eBay ha bloccato o eliminato oltre 17 milioni di annunci di violazione delle norme UE a tutela dei consumatori.

L'indagine è stata condotta dalla rete di Cooperazione per la Tutela dei Consumatori-CPC ed era composta da due parti: una di controllo a fondo delle piattaforme  e l'altra di analisi approfondita di specifici messaggi pubblicitari e siti web collegati ai prodotti più richiesti a causa del coronavirus.

Le future fasi della strategia dell'Unione europea contro la disinformazione e le pratiche commerciali scorrette sul web prevede che la Commissione coordini la cooperazione tra le autorità CPC e i registri di domini Internet, ai quali potrà essere chiesto di oscurare siti web pericolosi.