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Diritto all'oblio: no a parametri soggettivi

La sentenza della Corte di giustizia europea relativa alla causa C-131/12 (vedi allegato) ha determinato l'avvio di un dibattito su tre diversi aspetti: privacy, trasparenza e diritto di cronaca. Il problema che i comunicatori pubblici devono ora affrontare è sia tecnico sia di policies, se non addirittura di relazione politico-amministrativa.

La preoccupazione espressa dal presidente dell'Anac (Autorità nazionale anticorruzione) Raffaele Cantone è che sulla pubblicazione dei dati personali non sussistono "criteri certi e predeterminanti", con il rischio quindi che vengano adottate "soluzioni che rimettano alle singole amministrazioni valutazioni fondate su parametri del tutto soggettivi. Con la conseguenza di avere risultati che, da una parte possono frustrare le finalità della trasparenza e, dall'altra, comportare tutele differenziate anche dei diritti della personalità".

Serve quindi, sul punto, un nuovo intervento normativo, perchè sembrano sussistere delle dicotonomie tra il Codice in materia di protezione dei dati personali, la Legge 190/2012 sull'anticorruzione (da leggere insieme alle norme conseguenti) e i pronunciamenti della Corte Europea. Determinando così delle difficoltà, se non addirittura degli alibi, nella delicata fase di applicazione e verifica delle disposizioni.


Causa C-131/12
Claudio Trementozzi