Il sistema è stato testato per un paio d'anni e l'Icann è fiducioso sulla sua riuscita: si tratta della possibilità di usare i caratteri non latini nei nomi di dominio, consentendo l'introduzione di indirizzi e domini web con caratteri ‘ascii'; quindi cinesi, cirillici, coreani, giapponesi e arabi.
La decisione di aprire Internet a caratteri non latini arriva dopo sei anni di lavoro tecnico. L'introduzione dei nuovi IDNs sarà tecnicamente possibile grazie alla creazione di un diverso sistema di traduzione
nel Domain Name System, che consentirà a differenti alfabeti di essere convertiti nel giusto indirizzo.
Finora l'indirizzo Internet poteva essere scritto in arabo, ma non il suffisso geografico (ad esempio: .it, .fr, .us) alla fine dell'indirizzo.
Per il primo anno il cambiamento si applicherà solo ai Top Level Domain gestiti dai governi (.it, .us, .uk), che rappresentano il 40% dei domini mondiali. Inizialmente non saranno consentite versioni non latine dei suffissi come .com e .org , che sono Generic Top Level Domain
e i singoli paesi potranno richiedere per le loro lingue ufficiali un solo suffisso, cioè la denominazione del paese stesso.
I primi paesi a poter usufruire dei domini internazionali saranno quelli di lingua araba (Egitto, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti). Uno dei primi siti ad utilizzare questo passaggio è il Ministero delle comunicazioni egiziano. Il cambiamento,
Attualmente sono già una ventina i paesi che hanno richiesto l'autorizzazione del proprio dominio con caratteri locali, paesi che dovranno organizzarsi
per avviare quei processi tecnologici che permettono l'accesso al maggior numero possibile di abitanti.
Web: nei nomi di dominio si possono usare caratteri non latini
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