È una app. Viene dalla Cina. Si chiama "Tik Tok" e, ogni giorno, dicono le informazioni, ha 150 milioni di utenti attivi, che al mese diventano 400 milioni. Nel mondo, da quando è stata lanciata – circa due anni or sono – è stata scaricata per oltre un miliardo di download (dati 2019).
In Italia gli utenti, che nel 2018 erano quasi tre milioni, oggi hanno superato i quattro milioni.
Un fenomeno che sta riscuotendo grande attenzione dei media e dei fruitori e che sta preoccupando Instagram e YouTube.
Di proprietà dell'azienda cinese Beijing Byte Dance Technology Co, Tik Tok è una piattaforma per video brevi. E i contenuti sono proprio la creazione e la condivisione di video da 15 secondi, che vengono registrati e di caricarti, in playback, per la loro diffusione al mondo social.
Sembra che l'app piaccia moltissimo a un pubblico che va dai 18 ai 25 anni e anche ad artisti e varia umanità dello spettacolo. Di fatto, pare che intercetti anche minorenni e ragazzini sotto i 13 anni, motivo per il quale, negli Stati Uniti, l'Azienda è stata sanzionata per non aver vigilato sulle condizioni d'uso. Non solo, la ByteDance è sotto controllo anche per problematiche legate alla privacy, alla profilazione, al riconoscimento facciale, all'implementazione non così trasparente dei data base.