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Associazione Comunicazione Pubblica
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Comunicazione Pubblica

Archivio newsletter - Associazione Italiana per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale

Anche quest'anno si rinnova l'appuntamento della nostra Associazione con tutti coloro che sono impegnati nelle Istituzioni, nelle Università e nei sistemi professionali.
Se nel 2008 i nostri lavori sono stati dedicati a ridefinire la condizione della comunicazione pubblica del nostro Paese, l'edizione 2009 intende passare dalla denuncia all'azione.

La comunità professionale dei comunicatori pubblici rappresenta oggi la risposta più avanzata a quanto, ormai quotidianamente, avviene attorno a noi.
URP declassati a uffici informazioni, uffici stampa sostituiti da uffici del portavoce, giornalisti licenziati in tronco, riviste e pubblicazioni abolite, capi di gabinetto o consulenti che spesso gestiscono funzioni e competenze che non appartengono né al loro ruolo né al loro percorso di studi.
Sembra quasi che qualcuno abbia deciso di banalizzare la comunicazione pubblica cercando di dimostrare non tanto l'inutilità quanto l'assoluta incapacità di questa disciplina a dare risposte positive dentro e  fuori le Istituzioni.
Ecco perché essere a Bologna rappresenta un momento di coerenza che nessuno può sottovalutare.

Qualche amico e collega si è rammaricato per l'eccessiva austerità di COM.Lab 2009. Ci sembra utile dare un minimo di spiegazione.
Ammesso e non concesso che ci troviamo nella fase terminale della crisi economica, i colpi di coda che produce sono gravissimi per i servizi nel settore pubblico e per l'occupazione in quello privato.

Riteniamo quindi che nostro compito non sia quello di allestire inutili vetrine ma di dare un contributo concreto che consenta a tutti di poter essere a Bologna senza imporre costi esorbitanti a città e regioni chiamate a misurare e centellinare i propri interventi. 

Così facendo siamo certi di interpretare nel modo migliore e con grande senso di responsabilità il nostro compito nella difficile congiuntura in cui l'Italia è immersa.
Anche perché non abbiamo nessuna grancassa da far suonare ma solo parole da dire. Parole chiare e nette. Parole di speranza e impegno per l'intero movimento dei comunicatori pubblici.