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Archivio newsletter - Associazione Italiana per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale

Consultazioni pubbliche per riformare la P.A.?

Riportiamo qui di seguito un contributo, di Nello Iacono tratto da "Agenda Digitale", su un tema di importante attualità: la consultazione pubblica. Cittadini partecipi e proattivi per l'efficacia e l'efficienza della Amministrazioni Pubbliche.

Si è conclusa il 20 gennaio la consultazione pubblica sulle “100 procedure da semplificare”, nell’ambito del progetto “Burocrazia, diamoci un taglio!”. Non è ancora disponibile un rapporto di valutazione, ma solo i primi dati di partecipazione, attraverso cui apprendiamo che nel periodo di consultazione (quasi 4 mesi, da ottobre a gennaio) hanno contribuito 1953 persone di cui il 72% cittadini (e 28% imprese) e tra i cittadini un quarto dipendenti pubblici, e con una presenza generale degli under 34 al 17%. Di quanto accaduto nel periodo novembre 2010-ottobre 2013, invece, non abbiamo nessun rapporto di valutazione. Sappiamo che avevano contribuito in 2.164, di cui 2.124 cittadini. E basta.

I risultati forse sono ancora in elaborazione. Ma dal sito web nulla trapela.

Così come non è facile sapere quali siano le consultazioni pubbliche aperte o conoscere i risultati di quelle chiuse. C'è il sito web Linea Amica che riporta la maggior parte delle informazioni, con alcune imprecisioni e alcune mancanze, ispirato a un sito web come www.gov.uk del governo della Gran Bretagna, ma anche la ricerca di questa pagina di Linea Amica non è facilitata all'interno dei siti web governativi. Quasi ignorata. 
Ed è triste vedere che l’iniziativa del progetto ConsultazionePubblica.Gov.it sia stata abbandonata nonostante rispondesse esattamente a queste esigenze e si proponesse di dare sistematicità e organicità alle iniziative di consultazione pubblica istituzionali.

Le ragioni? Cecità. Disattenzione. Timore dell’apertura e della discussione pubblica. Del render conto e di confrontarsi. Di gestire il confronto e il coinvolgimento attivo dei cittadini. Incompetenza, forse.
Sembra così continuare la “policy” di considerare le consultazioni pubbliche solo dei momenti episodici, in qualche caso di natura marketing, dai risultati non chiaramente utilizzati e utilizzabili. Con una progettazione di obiettivi e di metodi che appare approssimativa, almeno a giudicare dai risultati.
Così è anche il caso della consultazione pubblicizzata anche attraverso spot televisivi, quella sul "Piano Destinazione Italia”, che è stata aperta dal 9 ottobre al 9 dicembre 2013 e che ha portato ad una media di 7-8 commenti/segnalazioni per ciascuna delle misure contenute nel Piano. Naturalmente anche qui manca un rapporto sulla consultazione (probabilmente anche a causa dello scarso riscontro di partecipazione), ma soprattutto sembra che siano mancate le basi progettuali essenziali per una partecipazione adeguata (qual
era l’obiettivo di partecipazione?), come se aprire un sito web ben fatto e accattivante e pubblicizzarlo in tv fosse sufficiente. Ancora qui, vedendola in positivo, un’altra occasione mancata.

 

Di Nello Iacono, Stati generali dell'Innovazione - da Agenda Digitale.eu