La presenza dei Comuni capoluogo sui social media risulta ancora bassa. È poco più di un Comune su due, pari al 52% che ha una pagina ufficiale su Facebook, mentre la percentuale di chi ha attivato un account Twitter scende al 37%.
Queste informazioni sono tratte dal rapporto "Social PA - Analisi delle performance dei Comuni su Facebook e Twitter”, di Vincenzo Cosenza e Giovanni Arata di BlogMeter, realizzato nel periodo tra il 1 novembre 2012 e il 31 gennaio 2013.
Attestata la grande opportunità di relazione che queste due piattaforme social consentono, i due estensori hanno rilevato una limitata capacità di dialogo da parte delle Amministrazioni comunali, tant'è che nella maggioranza dei casi queste impiegano Facebook e Twitter come estensione digitale dell'Ufficio Stampa, comunicando in modalità broadcast.
Su Facebook, ad esempio, solo 13 Comuni su 57 consentono ai cittadini di scrivere spontaneamente sulla bacheca. Tra quelle che lo fanno la percentuale complessiva di risposta è bassa, con tempi di reazione agli input dei cittadini molto dilatati.
Su Twitter molto seguito è il Comune di Torino, con 60.000 follower, che precede Napoli e Firenze rispettivamente con 15.000 e 10.000 seguaci, mentre Milano registra il maggior numero di menzioni (5.427 in tre mesi) seguita da Roma (3.399) e da Firenze (2.832).
Viene fatto notare, però, che vi sono ampi margini di miglioramento della relazione. In termini di utilizzo, lo studio evidenzia due modi distinti e prevalenti di interpretare la propria presenza sui social media: c'è chi preferisce dare maggiore spazio a notizie sulla città e alle informazioni di pubblica utilità (modalità di servizio), c'è chi cerca il coinvolgimento dei cittadini attraverso elementi ludici e visivi (modalità display) sfruttando al massimo le possibilità offerte soprattutto da Facebook. Proprio le metriche di engagement offrono la possibilità di misurare questo coinvolgimento nei diversi ambienti.
Da ultimo, sono un orizzonte ancora largamente inesplorato le potenzialità di creare una sorta di URP online. E le ipotesi di arrivare a un vero e proprio Citizen Relationship Management, appaiono, allo stato, futuristiche.
Resta ancora tanto da fare per abbattere le barriere culturali e organizzative correlate alla percezione dei social media che ha la P.A.. Quelle culturali sono relative all'idea di Facebook e Twitter come luoghi ludici, di mera visibilità e cassa di risonanza di notizie. Quelle organizzative sono connaturate non solo a criticità della burocrazia, ma anche all'incapacità di capire che la gestione dei social media non si improvvisa, ma richiede un approccio strategico e risorse dedicate.
Per la ricerca completa: www.slideshare.net
I Comuni usano poco i Social media
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