Ricevo lettere e telefonate sempre più frequenti di comunicatori pubblici che mi confermano non solo che gli autobus del cambiamento sono inutilmente passati nelle nostre amministrazioni, ma che alle fermate sono sempre meno coloro rimasti ad aspettare qualcosa o qualcuno.
Tutti mi chiedono di chi sia la colpa e che cosa bisogna fare in un momento in cui l’intero Paese comincia a rendersi conto di quale buia nottata stia per abbattersi su di un popolo a cui per anni è stato chiesto di spendere e spandere perché la crisi, se c’era, era ormai alle nostre spalle.
In effetti, la crisi era alle nostre spalle, e lì è rimasta, spingendoci giorno dopo giorno, verso il presente baratro.
Per quanto riguarda i colpevoli, ammesso che questo abbia ancora un significato, non occorrerà ricorrere a nessuna trasmissione televisiva, ma basterà vedere chi, negli anni novanta, avrebbe potuto e dovuto parlare chiaro per scoprire su quali banalità e ovvietà impegnava intelligenze ed entusiasmi di tanti colleghi.
Ma il vero problema rimane cosa fare adesso, in una situazione grave in generale e gravissima per la pubblica amministrazione. Una situazione in parte sconosciuta non solo agli italiani, ma all’intera Europa.
Non si tratta di riporre nell’armadio le bandiere del cambiamento, della professionalità e della competenza, ma occorre invece tenerle alte e contestualmente avviare un nuovo fronte di impegno.
Va ricordato che il tema della trasformazione della pubblica amministrazione ha una precondizione indispensabile che riguarda il rapporto della politica (amministrazione) con i dipendenti.
E’ inutile pensare di poter risolvere il problema con l’annuale caccia al dipendente pubblico perché se non si sarà capaci di valorizzare e rendere protagonisti i dipendenti dovremo accontentarci di allevare una nuova classe di burocrati visto che le norme e le regole sono, per loro natura, burocratiche.
Ma non avremo quello che ci serve: vale a dire una diffusa consapevolezza di tutti i dipendenti pubblici, anche quelli che fanno il proprio dovere, senza la quale nessuno riuscirà a dare quel “di più” che nasce solo da un reale processo di identificazione con le strategie e gli obiettivi di ogni Amministrazione. Solo questa rinnovata consapevolezza sarà in grado di aprire le porte a quella pubblica amministrazione moderna e consapevole, capace di rappresentare il vero motore di ogni professionalità e competenza.
Come non essere d’accordo con coloro che cercano di restituire un’anima alla politica, ma questo accadrà se, contestualmente, si riuscirà a restituire i valori delle origini alle nostre amministrazioni.