Come rivela un lavoro di tre ricercatori dell'Università di Princeton, Steven Englehardt, Jeffrey Han e Arvind Narayanan, aprendo semplicemente un messaggio di posta elettronica automaticamente "si consente a terze parti di monitorare il tuo traffico web e di collegare le tue attività on line al tuo indirizzo email piuttosto che a un cookie pseudonimo, rendendo così vulnerabile la tua privacy".
Sappiamo che navigare può provocare intrusioni e minacce ma occorre prendere atto che anche nelle email vi sono tanti pericoli di accesso illecito.
Tutte le volte - e sono numerose e da più dispositivi - che controlliamo le email spesso non sappiamo che ogni volta che lo facciamo è probabile che un "web tracker" sia in azione per curiosare nel nostro privato, nelle nostre attività. I tracker "possono collegare indirizzi email specifici alle storie e ai profili di navigazione, cosa che genera gravi violazioni della privacy come il tracciamento cross-device e il collegamento delle attività on line e off line".
La pervasività dei traccianti risulta molto più sviluppata di quanto si possa pensare. Infatti, dopo aver scoperto che l'85% delle mail aveva contenuti di terze parti incorporati i tre ricercatori hanno pensato di definire "pervasivo" il tracking di email.
Nella ricerca vi sono anche cinque suggerimenti utili per difendersi dall'email tracking: aggiornare regolarmente i contenuti del proxy, filtrare l'HTML, bloccare i cookie, bloccare le url pericolose, chiedere il blocco di accesso illecito.
Fonte CSO e Cfr articolo New research details the privacy implications of email tracking