Per rendere più efficiente la macchina della burocrazia secondo gli italiani vi sono alcune strade possibili da percorrere: il 34,7% sostiene che occorrerebbe cambiare i vertici assumendo dirigenti giovani e capaci; il 22,1% sottolinea l'importanza di rendere licenziabili i manager pubblici ai vertici; il 19,3% ipotizza un sistema retributivo basato su meriti individuali.
Per cavalcare l'onda della ripresa ci si attende un contributo importante dalla politica, però per fare sviluppo, il rilancio della decisionalità politica ha bisogno di una buona burocrazia che lavori all'implementazione operativa delle riforme: oggi il 50,5% degli italiani pensa che la Pubblica Amministrazione funzioni male.
Un altro sintomo delle difficoltà di rapporto dei cittadini con la Pubblica Amministrazione è il ricorso a soggetti di intermediazione (Caf, patronati, ecc.) per relazionarsi con gli uffici pubblici: nell'ultimo anno lo hanno fatto 3,3 milioni di italiani.
Sul versante della ripresa economica le imprese sono pronte. Il nostro Paese dispone di una corazzata di oltre un milione di società di capitali attive: sono le più robuste e strutturate nell'universo di 5,2 milioni di imprese italiane complessive, quelle in grado di attirare risorse e mettersi in marcia verso la ripresa.
Questi sono alcuni dei principali risultati della ricerca “La composizione sociale dopo la crisi” realizzata dal Censis nell'ambito dell'iniziativa annuale “Un giorno per Martinoli. Guardando al futuro”.
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