In occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, lo scorso 23 gennaio, è stato diffuso dalla Santa Sede il messaggio del Pontefice per la LVI Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, quest'anno dedicato al vero cardine della professione dei comunicatori: l'ascolto.
Papa Francesco, con grande precisione, mette in evidenza l'importanza di ascoltare per poter comunicare con efficacia, coerentemente con il mandato principe dei comunicatori pubblici e superando un approccio al servizio concentrato solo sull'esecuzione di una teoria o una tecnica, che comunque restano elementi imprescindibili, frutto di un percorso di formazione, di aggiornamento continuo e di una diligenza professionale accurata e deontologicamente sostenuta.
"Solo facendo attenzione a chi ascoltiamo, a cosa ascoltiamo, a come ascoltiamo, possiamo crescere nell'arte di comunicare, il cui centro non è una teoria o una tecnica, ma la capacità del cuore che rende possibile la prossimità".
In uno dei passaggi più rilevanti del documento, intitolato "Ascoltate con l'orecchio del cuore", il Pontefice mette in guardia anche dai rischi derivanti dalla sfiducia tra persone e istituzioni:
"La capacità di ascoltare la società è quanto mai preziosa in questo tempo ferito dalla lunga pandemia – si legge nel messaggio di Papa Francesco -. Tanta sfiducia accumulata in precedenza verso l'informazione ufficiale ha causato anche una 'infodemia', dentro la quale si fatica sempre più a rendere credibile e trasparente il mondo dell'informazione. Bisogna porgere l'orecchio e ascoltare in profondità, soprattutto il disagio sociale accresciuto dal rallentamento o dalla cessazione di molte attività economiche. Anche la realtà delle migrazioni forzate è una problematica complessa e nessuno ha la ricetta pronta per risolverla".