Anche Iperbole è stata invitata a raccontare all'evento gli inizi, qualche anno dopo, della rete come servizio pubblico e come diritto "universale", anche fuori dai confini accademici e della ricerca, in un panel tutto al femminile, per ricordare come le donne in questa storia italiana abbiano avuto un ruolo importante, certo minoritario dal punto di vista dei "numeri" ma non meno significativo per la professionalità e la passione espresse, in un mondo - quello delle ICT - (ancora) prevalentemente maschile. Anche per sottolineare come il digital divide di genere sia un freno allo svilupo di comunità intelligenti e plurali.
Era il 1993 quando Bologna "scopre" la rete delle reti, ed è il Comune, l'Istituzione di prossimità, promotore e protagonista principale dell'avvio della rete civica Iperbole.
Nel 1995 il Comune si fa primo "provider pubblico" di servizi Internet per tutti i bolognesi come nuovo diritto di cittadinanza, con e nella rete. Apre lo Sportello Iperbole per accompagnare i neonati netizens nei primi passi digitali. Il progetto della rete civica Iperbole è nato dal felice incontro fra la visione politico-strategica di un'amministrazione pubblica locale, il Comune di Bologna, aperta per tradizione all'uso delle tecnologie nei servizi e la disponibilità dell'infrastruttura tecnologica di collegamento a Internet una opportunità offerta dal Cineca (il servizio Nettuno, connesso direttamente all'"autostrada elettronica" con il nodo di Parigi, evitando in questo modo le strettoie della normativa italiana per la rete riservata alla ricerca (GARR) e delle competenze logiche, informatiche, progettuali messe in campo dal Comune, dall'Università di Bologna e da Cineca stessoo.
Imperativi categorici: trasversalità, apertura, partecipazione, abilitazione delle competenze, parità in rete... in fondo il DNA è quello "nativo" di Internet, fin dalle origini.
L.G.