"Non iscrivetevi a Scienze della comunicazione. Non fate questo tragico errore che paghereste per il resto della vita"
(Bruno Vespa - gennaio 2009)
"I corsi di laurea in Scienze della comunicazione sono assolutamente inutili in termini di sbocchi professionali"
(Mauro Sacconi, ministro del Welfare - febbraio 2009)
"Qualche volta è meglio un tecnico di qualità rispetto ad un laureato in Scienze della comunicazione"
(Maria Stella Gelmini, ministro della Pubblica Istruzione - aprile 2009)
Ma cosa sta succedendo?
Siamo di fronte ad una nuova forma di guerriglia marketing o ad un segnale subliminale per giustificare scelte sbagliate?
Oppure è la solita manfrina di chi è incapace di programmare e salvaguardare il futuro di una nuova generazione?
Ma se è sorprendente chi parla in questo modo sono ancor più sorprendenti certi silenzi.
Altro che "fateci sognare", qui è ora che qualcuno ci faccia stare svegli e, soprattutto, attenti.
E adesso? Come spiegare ai tanti giovani che ci contattano per essere tutelati di fronte a questi discutibili atteggiamenti, che l'obiettivo di qualcuno era solo quello di avere una comunicazione senza comunicatori?
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