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Gran Bretagna: giusto due mesi fa la decisione di abolire l'apostrofo dai nomi delle strade suscitò indignate reazioni. L'artefice fu la provincia del Mid Devon allo scopo di "evitare possibili confusioni". In realtà la Mid Devon non è sola. Il South Somerset ha deciso lo scorso anno di non utilizzare la punteggiatura dei nomi delle strade, così come il Wiltshire Council e molti altri. Persino la nota catena di libri bretannica Waterstones ha deciso di rimuovere l'apostrofo dal suo marchio.

A contestare la decisione si erano alzati i più noti linguisti britannici, secondo i quali la mancanza di punteggiatura causerà ancora maggiore confusione. Sian Harris dell'Università di Exeter sostiene: «Solitamente il modo migliore per insegnare la punteggiatura è mostrare esempi pratici. Rimuovere i segni di punteggitura dal quotidiano oltre ad essere una "vera vergogna", ne renderà molto difficile la comprensione». Anche alcuni politici hanno commentato negativamente la decisione. Ben Bradshaw, parlamentare laburista e già ministro della cultura, ha scritto su Twitter: «L'amministrazione conservatrice del Mid Devon elimina l’apostro per ‘evitare confusione’... lo scopo della grammatica è di evitare la confusione!». Anche numerosi cittadini sono intervenuti a sostegno dell’apostrofo: «È come se qualcuno con una gomma gigantesca stesse letteralmente tentando di cancellare la punteggiatura dalla nostra consapevolezza».

L'apostrofo non è il primo (ne sarà l'ultimo) aspetto grammaticale ad essere oggetto di contesa. Ora tocca all'aggettivo possessivo “their” e ai pronomi “they” e “them” usati per il singolare impersonale.

Il loro uso nell'inglese scritto si ritrova nei secoli passati a partire dalla fine del 1400. Con accezione singolare impersonale, li hanno usati scrittori come Oscar Wild e Lord Byron. Shakespeare? Sì, anche lui e anche Jane Austen. Fu solamente nel diciottesimo secolo che i filolofi li definirono grammaticalmente scorretti poiché il pronome dovrebbe corrisponde a un nome singolare.

Ma la lingua viva è più forte di ogni filologo: il singolare “they”, “them” e “their” ha resistito per due secoli ai tentativi di eliminarlo dalla grammatica inglese. Questo anche se, negli anni ’70, le femministe andarono all'attacco puntando il dito sulle regole grammaticali che discriminano il genere femminile e coniarono nuovi pronomi, che ebbero scarsissima fortuna. A distanza di oltre 40 anni, la polemica è ancora aperta e continua a impervesare su blog, carta stampata e luoghi di cultura, dichiarando che si tratta di essere politicamente corretti e di evitare l’apparente sessismo. C’è addirittura chi ha organizzato indagini su internet e, come volevasi dimostrare, ha vinto “they”.

                                                                                                                                                                                                                  Elisabeth Och