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Privacy: in vigore le nuove regole europee

Il prossimo 24 maggio entra in vigore il Regolamento UE 27 aprile 2016, n. 2016/679, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea il 4 maggio scorso. I 28 Paesi dell'Unione avranno due anni di tempo per armonizzare normative e procedure, tenuto comunque conto che, in quanto Regolamento, il testo rappresenta un atto di “portata generale (...) obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in tutti gli Stati membri”, e pertanto non è necessario un atto di recepimento nell'ordinamento interno.

Enti pubblici e privati, imprese e professionisti avranno due anni di tempo per programmare e organizzare l'adeguamento ai nuovi requisiti. I prossimi due anni saranno perciò particolarmente intensi sul fronte della ridefinizione di processi e procedure per tutte le Amministrazioni e aziende pubbliche e per tutti quegli organismi o quei professionisti che hanno a che fare con i dati sensibili.

La novità normativa, che rappresenta una vera rivoluzione sul piano metodologico, avrà poi numerosi ambiti di declinazione in settori particolarmente delicati ed esposti alle incursioni del mercato delle informazioni personali, a partire, dalla salute delle persone.

E proprio il tema dell'applicazione in ambito sanitario del nuovo Regolamento europeo è stato oggetto di un approfondimento presso la Camera dei Deputati, organizzato dall'Istituto superiore di studi sanitari "Giuseppe Cannarella", durante il quale è stata evidenziata, dai parlamentari intervenuti e dal sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Maria Ferri, la via italiana alla tutela dei dati personali, auspicando una delega al Governo per proporre un testo che non solo armonizzi la normativa in materia, ma rappresenti a livello comunitario un modello per i 28 Stati.
La presidente dell'Istituto, Maria Pia Garavaglia, ha sollecitato parlamentari e Governo affinché qualsivoglia direzione prenda un nuovo testo, esso venga redatto facendo tesoro del principio della semplicità e della chiarezza interpretativa. Buona comunicazione significa anche buone leggi.

Marco Magheri