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Comunicazione Pubblica

Archivio newsletter - Associazione Italiana per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale

La nostra presa di posizione contro gli attacchi alle facoltà di Scienze della comunicazione e contro chi, con il proprio silenzio, finisce per legittimarli, sta suscitando un vasto consenso.

In questo numero ospitiamo alcune lettere che denunciano l'inaccettabile "chiamarsi fuori" di chi parla di comunicazione da mane a sera ma poi dimostra una evidente incapacità di dare certezze e competenze professionali a decine di migliaia di operatori e studenti.

Diciamolo una volta per tutte: la legge 150 non piace a molti di quelli che dovrebbero applicarla per porre fine all'attuale caos. Non piace a coloro che apprezzano le facoltà di scienze della comunicazione solo se sono chiamati ad insegnarvi. Non piace ai Grandi Frenatori che per anni non hanno mai alzato un dito né emesso un suono per stigmatizzare l'occupazione di certi posti da parte di variopinte tribù di amici e sodali formatesi più nei corridoi dei Partiti che nelle aule universitarie.

Noi, che l'abbiamo voluta e difesa con coerenza, continueremo a denunciare questa doppia coscienza che sta alla base di molti dei mali che affliggono l'informazione e la comunicazione pubblica. Lo faremo perché è un nostro dovere ma anche perché riteniamo inaccettabile il metodo ingannevole con cui si cerca di manipolare le nuove generazioni.

 Chiediamo a chi ci segue di aiutarci in questa lotta, di essere al nostro fianco, di scriverci e telefonarci per far sapere, a chi dovrebbe decidere il futuro di tanti, l'esatta misura della nostra indignazione.

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Cari Comunicatori e Comunicatrici,
sono Alessandra una studentessa iscritta alla laurea specialistica in Scienze della Comunicazione, al corso di Comunicazione pubblica presso l'Università di Salerno.
Scrivo per unire la mia voce dissenziente alla vostra in merito alle dichiarazioni infondate ed offensive, fatte dai Ministri Sacconi e Gelmini e da Vespa. Sono stanca e credo che, come me in tanti lo siano, di ascoltare illazioni su quello che è o non è il nostro corso di laurea. Io sono davvero convinta e fiduciosa della mia scelta e perciò la difendo.
In merito al commento di Sacconi, io apostroferei come "inutili" ben altre attività. Il lavoro, qualunque esso sia, merita rispetto così come chi lo esercita. Inoltre ci tengo a sottolineare che la  legge 150 insieme alle Bassanini (ed altre ancora) rappresentano la nostra Bibbia, hanno tracciato il nostro futuro e sopratutto ci hanno conferito un'identità lavorativa che ci appartiene e che nessuno può negare o eludere.
Le opinioni sono democratiche, ma le offese sono gratuite ed ingiustificate sopratutto se rivolte a ragazzi/e che svolgono il loro percorso di studi con intelligenza, impegno e passione. Personalmente, il percorso di studi che ho realizzato mi ha arricchita molto, ho acquisito conoscenze nuove e consapevolezza di quello che vorrei fosse il mio lavoro futuro. Sono speranzosa di realizzare almeno uno dei miei sogni-progetti. Ah dimenticavo, la Gelmini ci ha definiti meno utili di un tecnico di qualità, ma commette un grave errore, perchè noi siamo gli "esperti della qualità della comunicazione".
Grazie dello spazio che dedicate a questo piccolo sfogo e complimenti per la vostra rivista, a presto

Alessandra

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Gentile redazione,
ho letto "Segnali di fumo" apprezzandone l'amara tesi.
Vi sottopongo anche un quesito emerso nella lettura del bando che vi allego. È dell'Agenzia delle Entrate per addetti stampa, ma alla selezione non sono ammessi i laureati in lettere. Roba che fa rivoltare nelle loro sontuose tombe Niccolo Machiavelli e Leonardo Sciascia! O no?
Auguri di buon lavoro e di buona giornata.
Maria

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(In riferimento all'editoriale "Segnali di fumo")
Bravi, un editoriale chiaro e semplice.
Ma la cosa più incredibile è che nei saluti e nelle dichiarazioni a EuroPA, COMLab eccetera i rappresentanti del governo non si esprimono mai così, ma sottolineano sempre il ruolo ed il valore dei comunicatori... Dove pensano di trovarli questi comunicatori? Nelle folte schiere dei loro consulenti iperpagati ed impreparati? Non sarebbe meglio pescare tra i laureati in Scienze della Comunicazione? Certo, qualche laureato in Scienze della Comunicazione sarà una scarpa, ma le mele marce si possono trovare in tutti i settori, anche tra gli ingegneri nucleari....
Comunque, grazie a nome di un laureato in Scienze della Comunicazione (e dottorando in Scienze e Progetto della Comunicazione: per dirla come Bruno Vespa... persevero nel mio errore... e vado avanti con gli studi in comunicazione).
Cordiali saluti e buon lavoro,
Stefano