Eliminare le semplificazioni e la retorica in tema di democrazia diretta per parlare di reali strumenti e processi di partecipazione. E' l'obiettivo della tavola rotonda intitolata "Tra post-democrazia e governo inclusivo dei beni comuni: quale futuro per le esperienze innovative e partecipative attivate nei territori nell'ultimo decennio?".
Oggi, siamo sottoposti alla falsa alternativa tra "modi sbrigativi" e "discussioni che non finiscono mai", in entrambi i casi non si affronta seriamente il tema della governance - ha introdotto Paolo Tamburini dell'Associazione Comunicazione Pubblica. La necessità è quella di fare tesoro delle esperienze che sono state attivate e sperimentate negli ultimi dieci anni su iniziativa di Enti Locali, Associazioni e vari portatori di interesse. Ci sono buone pratiche ma anche errori e insuccessi da cui imparare. C'è l'esigenza di consolidare e standardizzare maggiormente i processi e gli strumenti partecipativi, facendo chiarezza sugli obiettivi che ci si pone; i ruoli degli attori coinvolti; le competenze e gli strumenti a disposizione; dando applicazione omogenea, integrata e trasversale ai diversi settori; utilizzando maggiormente gli strumenti di e-democracy. Per consolidare l'innovazione occorre un quadro di riferimento che orienti e consenta di valutare i processi attivati. Risorse e strumenti per analizzare e monitorare i fenomeni a scala nazionale, regionale e locale; formazione a supporto per le tecniche, metodologie e nuove competenze; educazione alla sostenibilità e alla cittadinanza attiva; supporto alle strutture interne agli EELL nell'applicare strumenti e modelli.
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