"Non chiamateli furbetti del cartellino!”. Gherardo Colombo, uno dei maggiori protagonisti della stagione di Mani Pulite, ha sollecitato i quasi 100 giornalisti iscritti all'incontro “Informazione, sicurezza e legalità”, a non trascurare il peso delle parole.
L'evento formativo, organizzato all'interno di COM.Lab 2015 in collaborazione con l'Ordine dei Giornalisti della Valle d'Aosta, condotto da Marco Magheri, ha scandagliato i più recenti fatti di cronaca, indagando analogie e differenze tra la Tangentopoli degli anni Novanta e le inchieste più recenti: Mafia Capitale, Expo, Mose di Venezia, le “ciliege” dell'Anas e il sistema di assenteismo emerso al Comune di Sanremo.
Colombo ha ricordato il valore delle regole e l'importanza del ruolo di comunicatori e giornalisti come avamposti della difesa dei valori democratici e di legalità contenuti nella Carta Costituzionale. Un esercizio quotidiano che andrebbe imparato a scuola. Colombo ne è talmente convinto da impegnare buona parte del proprio tempo nel raccontare la Costituzione agli alunni e agli studenti italiani. Solo riportando i concetti di legalità, di correttezza e di integrità al centro dei percorsi formativi dei ragazzi si potrà restituire al Paese le potenzialità di sviluppo e di prosperità che sono mortificate oggi da ruberie, corruttele e indulgenza verso comportamenti disonesti. Una azione verso cui giornalisti e comunicatori sono per loro stessa natura vocati, riconoscendo in ogni momento il proprio datore di lavoro: quella moltitudine di donne e uomini che abitano l'Italia.
“Le parole sono pietre” è stato ricordato durante l'incontro, citando Enzo Biagi. Ed esempi di come la scelta delle parole cambi gli scenari e produca conseguenze, anche fatali, sono stati proposti dai relatori e dalla platea. Uno su tutti, la maldestra gestione della comunicazione del ritiro di due lotti di vaccini antinfluenzali lo scorso anno che ha causato una psicosi collettiva e il crollo delle vaccinazioni, esponendo categorie già fragili di cittadini a seri rischi per la salute.
Per questa ragione, occorre ricordare ogni momento la grande responsabilità che comunicatori e giornalisti hanno nel dare una informazione o una notizia. Così – è stato l'appello finale di Gherardo Colombo – chi delinque non può essere descritto in maniera leggera come “furbetto del cartellino”.
 
                                 
        
         
                                         
                                         
                                        