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Modelli matematici per le bufale sul web

Per spiegare meglio il modo in cui le informazioni false nascono ed evolvono all'interno delle reti sociali on line, un nuovo studio pubblicato su "Scientific Reports" dagli scienziati del Laboratorio di Computational Social Science dell'Istituto Imt di Lucca, che da tempo lavorano alla caratterizzazione matematica della circolazione di informazione (e disinformazione) on line, dice che vi è fortissima polarizzazione tra gli utenti e una presenza di tribù organizzate in cui tutti la pensano più o meno allo stesso modo e nessuno è disposto ad ascoltare i nemici insieme alla circolazione delle informazioni estremamente prevedibile.

Un problema non nuovissimo: ià nel 2013, per esempio, il World Economic Forum ha definito la diffusione delle informazioni false sul web come una delle minacce più preoccupanti per la società in cui viviamo. Con un semplice click chiunque può pubblicare la propria opinione su qualsiasi tematica senza che ci sia un'effettiva verifica sulla sua fondatezza, e come conseguenza si osserva sui social network il proliferare di pagine di ogni tipo che parlano di complotti mondiali, scie chimiche e correlazioni tra vaccini e autismo.

Lo studio analizza proprio fenomeni di questo tipo, concentrandosi sull'aspetto quantitativo delle dinamiche di diffusione delle informazioni sul web. Il gruppo di ricerca, in particolare, ha costruito nuovi modelli matematici che cercano di caratterizzare i fenomeni di viralità e contagio sociale che si osservano on line, cercando di descrivere ancora meglio la realtà.

Infatti, ancora oggi, si tende a confondere il fenomeno della viralità con quello della propagazione di un'epidemia, e spesso vengono usati dei modelli di tipo medico-epidemiologico per descrivere la diffusione delle opinioni sul web.

Tratto da: www.wired.it