Nel 44° Rapporto Censis, solo il 43% degli italiani utilizzatori di Internet si dichiara fiducioso sulla sicurezza delle transazioni online.
Questo fa si che il 96% di chi naviga da casa possiede tecnologie antivirus e antispam standard per garantirsi la sicurezza nella navigazione e il 55% si tutela dai rischi evitando di fare transazioni online.
Sul fronte dei costi per il web 7 su 10 cittadini che utilizzano la rete dichiarano che non è corretto che il pagamento dei contenuti di informazione disponibili in Internet venga pagato dagli utenti. Il 64,2% degli intervistati dice che la forza della rete viene "indebolita dalla richiesta di pagamento in caso di accesso ad alcuni specifici siti".
Il 24% degli internauti, un quarto del campione, è invece favorevole al superamento della gratuità.
Il 64% si lamenta dei troppi spam, il 58% ha subito virus informatici, l'8% ha subito violazioni della privacy, il 4% è stato oggetto di attività botnet, il 3% denuncia la mancanza di sicurezza per i minori, il 2% è vittima di phishing.
Due nuovi aspetti rilevata dalla ricerca del Censis sono quello che riguarda l'informazione medica secondo cui è in crescita il numero di chi si informa via Internet: 34; tuttavia è ancora la televisione la prima fonte di informazione sanitaria per quasi un italiano su due (42,9%).
Il dato sull'uso di Internet per cercare informazioni su salute e sanità è estremamente variabile in base ai livelli di istruzione e oscilla tra il 5,4% di chi ha la licenza elementare a oltre il 45% di chi ha un diploma o laurea.
Il 29,5% naviga per informazioni su patologie specifiche, il 18,4% per trovare informazioni su medici e strutture.
Cresce anche l'abitudine di prenotare via Internet visite specialistiche e analisi mediche (5,3%) o l'acquisto di farmaci online (1,9%).
Per quel che riguarda il secondo aspetto, e cioè il rapporto dei minori con il computer, è stato rilevato che il 18,2% di questi utilizza il computer quando è a casa da solo: "La famiglia è sempre meno in condizione di assolvere alla sua funzione educativa, come pure la scuola" recita il testo del rapporto che prosegue coinvolgendo le strutture scolastiche perché "è necessario ripensare complessivamente la possibilità per genitori e insegnanti di interagire con i contenuti in cui si imbattono attraverso i media, formidabile strumento di evoluzione se ben gestiti".
Per concludere il Censis rileva che "la cattiva informazione smorza l'audience". Da settembre 2009 a giugno 2010 i TG nazionali sono passati da 18.333.000 a 14.968.000 telespettatori. La diminuzione maggiore è stata del Tg1 e del Tg5. Sul pluralismo, citando i dati Agcom, il Censis precisa poi che l'informazione si è indirizzata molto più da una parte che dell'altra: in settembre 2010 i notiziari Rai hanno dedicato 7h e 51' al Pdl e 5h e 10' al PD; le reti Mediaset hanno dedicato 5 h e 48' al Pdl e 2h e 38' al PD. Secondo ADS - Accertamenti Diffusione Stampa, infine, tra giugno 2009 e giugno 2010 tutti i principali quotidiani nazionali, (tranne "Il Giornale") hanno perso lettori. Per quanto riguarda il mercato del Libro, il Censis segnala che l'Associazione Italiana Editori indica per fine 2010 una quota di mercato per gli e-book dello 0,1%, tre volte in più rispetto a dicembre 2009.