Back to top
Associazione Comunicazione Pubblica
Chi siamo
Contattaci
Lunedì della 9:30 alle 15:30
dal martedì al venerdì dalle 9:30 alle 14:30.
Via Marsala 8 - 20121 Milano
info@compubblica.it
02 67100712
345 6565748
Comunicazione Pubblica

Archivio newsletter - Associazione Italiana per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale

A proposito di digital divide alcuni territori appaiono al momento in vantaggio, grazie soprattutto a progetti avviati con risorse proprie: è il caso della Lombardia, delle Marche, della Sardegna e della Provincia Autonoma di Trento.

In queste aree sono in corso azioni che porteranno alla chiusura sostanziale del digital divide entro l'anno. Gli altri territori invece ci arriveranno con un anno di ritardo rispetto alle indicazioni europee.
Questa situazione è rivelata dagli ultimi dati di 'Between' (dicembre 2012), diffusi di recente dal "Corriere delle Comunicazioni". Oggi il digital divide va dal 2% della popolazione di Lombardia e Puglia, al 20% del Molise, al 10% della Calabria, al 7% del Veneto.

Il motivo è che "solo negli ultimi anni è aumentata la consapevolezza dell'importanza di un maggior coordinamento e una maggiore omogeneità dei modelli, grazie anche al contributo delle Linee Guida per i Piani regionali per la banda larga, emanate nel 2007 dal Comitato per la diffusione della banda larga, ma anche grazie all'operato di Infratel Italia, che ha sperimentato azioni concentrate tra governo centrale e territorio", aggiungono da 'Between'.

I modelli adottati finora sono quattro. Il sistema pubblico ha creato una rete di backhauling che ha affittato agli operatori (Regione Emilia Romagna, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Provincia Autonoma di Trento, Infratel Italia). Più di rado, ha fatto una rete di accesso (wireless) per darla in gestione a un operatore (Regione Sardegna, Toscana, Veneto, Marche, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento). Quest'ultimo modello è adottato anche dal Ministero dello Sviluppo Economico per i nuovi bandi sulla rete d'accesso.
Infine, ci sono stati protocolli di intesa, secondo cui l'operatore  investe in proprio per le reti banda larga, mentre la Pubblica Amministrazione investe in servizi per incrementare la domanda e l'uso (Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Umbria).

www.corrierecomunicazioni.it