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17° Rapporto Censis sulla comunicazione: "I Media dopo la pandemia"

Forte accelerazione del paradigma biomediatico. Crescono ancora tv, internet e smartphone, utilizzati per spezzare l'assedio durante l'emergenza sanitaria. Il 76,5% dei più giovani usa Instagram, il 36,8% Spotify, il 34,5% TikTok. Il lockdown ha fatto aumentare anche i lettori di libri (+1,7%). E il virus non ferma la spesa delle famiglie per i dispositivi digitali: +450,7% dal 2007.

Nel 2021 la fruizione della televisione ha conosciuto un incremento rilevante, per effetto sia dell'aumento dei telespettatori della tv tradizionale (il digitale terrestre: +0,5% rispetto al 2019) e della tv satellitare (+0,5%), sia del boom della tv via internet (web tv e smart tv salgono al 41,9% di utenza: +7,4% nel biennio) e della mobile tv, che è passata dall'1,0% di spettatori nel 2007 a un terzo degli italiani oggi (33,4%), con un aumento del 5,2% solo negli ultimi due anni.

La radio è sempre all'avanguardia. Se la radio ascoltata in casa attraverso l'apparecchio tradizionale perde 2,1 punti percentuali di utenza e l'autoradio 3,6 punti (penalizzata dalle limitazioni alla mobilità causate dall'emergenza sanitaria), aumenta l'ascolto delle trasmissioni radiofoniche via internet con il pc (lo fa il 20,2% degli italiani: +2,9%) e attraverso lo smartphone (lo fa il 23,8%: +2,5%).

Si registra un aumento dell'impiego di internet da parte degli italiani. L'utenza ha raggiunto quota 83,5%, con una differenza positiva del 4,2% i rispetto al 2019. L'utilizzo degli smartphone sale all'83,3% (con una crescita record rispetto al 2019: +7,6%). E lievitano al 76,6% gli utenti dei social network (+6,7%).

Aumentano i lettori di libri, che nel 2021 sono il 43,6% degli italiani, con un aumento dell'1,7% rispetto al 2019. Se si considera che chi ne ha letti più di 3 costituisce una fetta pari al 25,2%, si può affermare che il lockdown ha senz'altro prodotto un riavvicinamento alla lettura. Si registra anche un incremento dei lettori di e-book, pari a un italiano ogni dieci (l'11,1%: +2,6%). Al contrario, si accentua la crisi ormai storica dei media a stampa, a cominciare dai quotidiani venduti in edicola, che nel 2007 erano letti dal 67,0% degli italiani, ridotti al 29,1% nel 2021 (-8,2% rispetto al 2019). Lo stesso vale per i settimanali (-6,5% nel biennio) e i mensili (-7,8%).

Tra i giovani (14-29 anni) c'è stato un ulteriore passo in avanti nell'impiego dei media, in generale, e delle piattaforme online, in particolare. Il 92,3% utilizza WhatsApp, l'82,7% YouTube, il 76,5% Instagram, il 65,7% Facebook, il 53,5% Amazon, il 41,8% le piattaforme per le videoconferenze (rispetto al 23,4% riferito alla popolazione complessiva), il 36,8% Spotify, il 34,5% TikTok, il 32,9% Telegram, il 24,2% Twitter. Anche tra la fascia 65 anni e oltre qualcosa si muove, visto che l'utilizzo di internet sale dal 42,0% al 51,4% e gli utenti dei social media aumentano dal 36,5% al 47,7%. Il bisogno di mantenere un contatto, almeno virtuale, con i propri cari nel periodo del più rigido isolamento ha giocato un ruolo importante nella confidenza acquisita con la rete dagli ultrasessantacinquenni.

Anche l'andamento della spesa delle famiglie per i consumi mediatici nell'intervallo di tempo tra il 2007 e il 2020 evidenzia che la spesa per l'acquisto di telefoni ed equipaggiamento telefonico ha segnato anno dopo anno un vero e proprio boom, di fatto moltiplicando per oltre cinque volte il suo valore (+450,7% nell'intero periodo, per un ammontare di 7,2 miliardi di euro nell'ultimo anno).


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