Il tema è stato introdotto da Giorgio Berloffa, presidente di Assoprofessioni che ha enunciato i principi ispiratori del provvedimento: riconoscimento delle professioni, moralizzazione del mercato, attuazione del patto di Lisbona. Dopo aver ricordato che l'articolo 26 del D.Lgs 206 del 2007, nel recepire la direttiva comunitaria sulle qualifiche professionali (Dir.2005/36/CE), ha ammesso le Associazioni professionali non regolamentate a partecipare alle piattaforme comuni insieme alle altre associazioni rappresentative di professioni già riconosciute, ha tracciato un breve excursus storico, a partire dal 1989 con l'istituzione di un archivio, poi trasformatosi in Consulta e quindi in Commissione paritetica presso il Cnel, salvo poi pervenire, nel corso degli anni 90, alla consapevolezza della necessità di giungere ad una riforma duale: le professioni ordinistiche da un lato e le Associazioni non riconosciute dall'altro.
Il relatore ha poi brevemente illustrato i punti salienti del provvedimento (già presentato alla Camera- A.C. 1934 e in corso di presentazione, in testo analogo, anche al Senato) tra i quali:
- Art.1 Oggetto: tutte le professioni per cui non sia stata espressamente prevista la riserva di legge a favore delle professioni intellettuali di cui all'art. 2229 C.C.. Professioni esercitate abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale.
- Art. 2 Esercizio della professione: in forma individuale e in forma associata o societaria o anche nella forma di lavoro dipendente.
- Art.3 Dispone il riconoscimento delle professioni non regolamentate. Ciò mediante uno o più decreti del Ministro della Giustizia, su proposta del Cnel, d'intesa con la Conferenza Stato-Regioni e di concerto con i Ministri competenti per materia.
- Art.4 Assicura la garanzia di libertà di costituzione di associazioni professionali, di natura privatistica, fondate su base volontaria, senza vincolo di esclusiva e nel rispetto della libera concorrenza.
- Art.5 Detta i requisiti necessari per il riconoscimento delle associazioni.
Dopo gli articoli riguardanti: l'articolazione territoriale delle associazioni riconosciute; le forme aggregative delle associazioni stesse; il registro delle associazioni professionali, l'art.9 prevede l'istituzione dell'attestato di competenza che può essere rilasciato sia dalla singola Associazione che dalle forme aggregative delle associazioni illustrandone modalità, requisiti e vincoli.
L'art.10 prevede una delega per l'istituzione di specifiche forme per la gestione previdenziale delle professioni e chiude il provvedimento l'art.11 che attribuisce la vigilanza sull'operato delle Associazioni al Ministero della Giustizia.
Sul tema in generale e sul provvedimento in particolare si è svolto un interessante e approfondito dibattito cui hanno partecipato: l'onorevole Laura Troner (tra i firmatari del provvedimento), il senatore Pierfrancesco Gamba, l'onorevole Pierluigi Mantini, l'onorevole Giuliano Cazzola, la senatrice Anna Rita Fioroni, il presidente la II Commissione Cnel Giuseppe Casadio, il consigliere la II commissione Cnel Paolo Tesi e Emanuela Ronzitti del Ministero della Giustizia (che ha illustrato lo stato dell'arte dell'applicazione, da parte ministeriale del su nominato art.26 del D.Lgs.206/2007).
I relatori hanno poi risposto ai quesiti posti dai partecipanti al dibattito. Da tutti, con riguardo alle specifiche competenze e responsabilità, sono venute interessanti considerazioni sui vari aspetti dell'iniziativa e anche spunti critici o problematici, fermo restando il comune e condiviso auspicio di poter pervenire, in tempi ragionevoli, a una soddisfacente soluzione del problema emerso ormai da molti anni e non più rinviabile.
Cesare Menghi