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Profili professionali: lavori in corso

Un recente incontro che il nostro vertice ha avuto con l'ARAN (vedi comunicato del 10 giugno apparso sul sito (www.compubblica.it)  e la lettera inviata, la scorsa settimana,  alle organizzazioni sindacali CGIL,  CISL e UIL confermano la scelta della nostra Associazione di stringere i tempi sulle questioni dell'area professionale.

Adesso attendiamo di essere ricevuti  dal ministro Brunetta e così tutti i protagonisti della vicenda "profili professionali" saranno stati non solo contattati ma anche posti nella miglior condizione per conoscere e decidere.

Lo ripetiamo ancora una volta per i soci (pochi) che ancora ci chiedono di capire e per coloro che (molti) ancora fingono di non capire.

Non si tratta, secondo uno stile assolutamente deprecabile, di cercare accordi sottobanco o scorciatoie verso il nulla ma di chiedere quanto prevede la Legge 150 e i relativi decreti attuativi.

All'orizzonte non si sta materializzando una nuova corporazione ma una nuova modalità di essere dipendenti pubblici che prevede  il riconoscimento del lavoro svolto e il riconoscimento della professione esercitata. Che vuole dare contenuti e sostanza a parole come formazione, percorso di studi, competenza, parole  che hanno sorretto in questi anni la passione e l'entusiasmo di tanti colleghi.

Per dirla con il nostro Presidente: "non intendiamo seguire strade diverse da quelle del confronto e dell'unità di azione con le Organizzazioni sindacali, vi chiediamo un nuovo incontro, quanto prima possibile e con le modalità ritenute più opportune, a cui prenderanno parte i vertici della nostra Associazione. Anche sulla scorta delle disponibilità espresse dall'Aran l'obiettivo è di delineare il percorso e le strategie da adottare per la valorizzazione professionale delle attività di informazione e comunicazione in tutta la Pubblica Amministrazione".

Questa è la nuova pubblica amministrazione che vogliamo rappresentare e per cui intendiamo impegnarci. Tutto il resto è banale polemica di chi ha lasciato passare l'autobus del cambiamento e adesso protesta perché non riesce più a raggiungerlo.

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