Siamo ormai parte integrante (e integrata) della Rete, onnipresente e funzionale alla vita di tutti i giorni, basti pensare all'uso di Internet legato all'istruzione, lo shopping, i viaggi, la socializzazione, il commercio, la cultura e la maggior parte dei luoghi di lavoro, oltre a tutte le attività di intrattenimento come e-book, podcast, musica online, video, film in streaming, social media, videogame e giochi online.
Allo stesso tempo è utile evidenziare come la capacità di Internet di attirare l'attenzione degli utenti non si relaziona esclusivamente alla qualità dei contenuti multimediali disponibili on line quanto, piuttosto, al design e alla presentazione dell'oggetto o del servizio che si vuole erogare a seconda del destinatario.
In una visione ampia della società digitale trova spazio uno studio di un team di ricercatori delle Università Western Sydney, Harvard, Oxford e Manchester, pubblicato sulla rivista "World Psychiatry", dove viene avvalorata la possibile influenza sul nostro cervello che può derivare da un uso irresponsabile e poco consapevole della Rete. Lo studio mette in evidenza come gli strumenti digitali che utilizziamo nel nostro quotidiano potrebbero essere in grado di produrre delle alterazioni acute e prolungate in specifiche aree cognitive del cervello, migliorando sì le capacità di multitasking ma riducendo, al contempo, i tempi di attenzione e concentrazione.
Ad esempio, alcune evidenze rivelano che un utilizzo ampio della rete potrebbe generare un impatto non positivo su diverse funzioni cognitive, in primis, ad esempio, il flusso continuo di notifiche "incoraggia" la cosiddetta attenzione divisa, attraverso molteplici fonti di informazione, a spese di una capacità di concentrarsi contemporaneamente su stimoli diversi. Come anche il processo di memoria si evolve, per arrivare perfino a una modifica della cognizione sociale.
E ancora, in materia di prevenzione di disagi per eccessivo consumo di Internet, nelle linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità è raccomandato per i bambini da zero a due anni il divieto assoluto di restare fermi davanti a uno schermo, per quelli dai due ai quattro anni non lasciarli più di un'ora a guardare passivamente lo schermo televisivo o di altro genere, come cellulari e tablet.
Agli adulti, invece, lo studio consiglia di praticare esercizi per migliorare l'attenzione e le tecniche specifiche di "internet hygiene", come per esempio, evitare comportamenti compulsivi di controllo continuo dello smartphone, o non usare Internet nelle ore serali, dando così la priorità alle relazioni sociali reali e non a quelle social.
Tratto da "Helpconsumatori"