Nelle pieghe delle oltre 560 pagine del Rapporto sulla situazione sociale del Paese, diffuso dal Censis, al di là dell'immagine di un'Italia fiacca e scoraggiata sbandierata dalla stampa generalista, emergono importanti spunti di riflessione per i comunicatori pubblici e per le sfide che ci attendono nell'immediato futuro, come professionisti e come servitori dello Stato.
Anzitutto, la stretta interconnessione tra lotta alla corruzione e trasparenza. Più un'Amministrazione è trasparente e più difficile diventa il proliferare della corruzione. Una tassa di immoralità che costa - secondo delle stime al ribasso - circa 50-60 miliardi di euro l'anno per il solo Belpaese. Opacità delle regole, indeterminatezza e percezione del fenomeno diffuso della corruzione che mette letteralmente in fuga gli investitori, sia italiani che esteri.
Questo i comunicatori pubblici lo sanno bene, la trasparenza è elemento cardine del loro dna e uno dei motivi fondanti del proprio ruolo all'interno della Pubblica Amministrazione. Prova ne sia il successo dell'incontro "Trasparenza, comunicazione, organizzazione, alla luce del D. Lgs 33/2013" organizzato da "Comunicazione Pubblica" presso l'Autorità Garante della Privacy lo scorso 27 novembre.
Nel Rapporto si fa appello agli avamposti virtuosi di questa Italia sciapa e perennemente sull'orlo del baratro. Tocca allora a coloro che fanno interpretazione, e che si vedono come sentinelle dell'evenienza, analizzare e rendere esplicito ciò che della sopravvivenza è rimasto nelle fibre intime della "vita sociale".
Un identikit che sembra ritagliato sui comunicatori pubblici e sul profilo che sta emergendo nel percorso di certificazione delle competenze e dell'aggiornamento professionale messo in campo dall'Associazione "Comunicazione Pubblica".
Marco Magheri