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Archivio newsletter - Associazione Italiana per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale

Pari opportunità: i giornali ne parlano poco

Pari opportunità: i giornali ne parlano pocoFornire linee guida per promuovere la cultura di genere e facilitare l’accesso delle donne alle opportunità del territorio: è questo l’obiettivo che si è posto il gruppo di lavoro dell’Università degli Studi di Udine con la ricerca “Comunicare è un’opportunità più che pari – Comunicare +, sempre”.

Responsabile scientifico del progetto Francesco Pira, sociologo e consigliere nazionale dell’Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale.

La ricerca ha analizzato come la comunicazione istituzionale, in un’ottica di genere, con particolare attenzione al mondo del lavoro femminile, è rappresentata sui media locali, come le Pari Opportunità sono comunicate sui portali web delle Pubbliche Amministrazioni comunali e della Provincia di Gorizia e infine lo studio pone l’obiettivo di fornire linee guida per promuovere la cultura di genere.

Il quadro che emerge dalla ricerca, che è parte integrante del progetto di governance territoriale finanziato dal Servizio regionale Pari Opportunità, è alquanto sconfortante: i temi legati alle pari opportunità e alle politiche di genere suscitano scarso interesse nei giornalisti e fanno fatica ad entrare a pieno titolo nell’agenda setting dei media, dove la parte predominante è dedicata alla violenza sulle donne, all’otto marzo, alla conciliazione dei tempi dedicati a lavoro e famiglia e al lavoro femminile.

“E’ evidente – sostiene Francesco Pira – che manca ancora una diffusa sensibilità sulle problematiche delle pari opportunità intese nel senso più ampio del termine; sarebbe utile che si riuscisse a costruire un percorso comune con il mondo dei media per arrivare ad attivare un automatismo per il quale le notizie di valenza nazionale, che trattano tematiche di genere, trovino una loro riproposizione sui media locali andando ad indagare se e quali sono gli impatti a livello locale”.

Le testate giornalistiche incluse nel monitoraggio sono: “Il Piccolo” edizione nazionale e di Gorizia, il “Gazzettino” di Udine, il “Messaggero Veneto” con anche l’edizione di Gorizia, il “Friuli”, “Rassegna.it”, “Terranews.it”. L’arco di tempo monitorato va da dicembre 2009 a giugno 2010. Gli articoli rintracciati sull’universo femminile e le pari opportunità sono 150.

Un dato emerso è che utilizzando come parola chiave di ricerca “Pari Opportunità” la dicitura viene associata a una carica assessoriale, a un ufficio, a una funzione.

Questo risultato ha indotto il gruppo di lavoro a domandarsi il perché di un impiego così restrittivo delle due parole centrali per gli obiettivi di comunicazione della Provincia di Gorizia.

Ci si chiede se le Pari Opportunità rappresentano una definizione entrata nella cultura e sensibilità delle comunità locale oppure se l’aumento di violenza ed intolleranza, la crisi economica, la mancanza di lavoro, fenomeni che colpiscono soprattutto le donne, sono sintomo di quanto le pari opportunità non siano una realtà consolidata.

Da questo quesito devono partire le azioni degli amministratori della Provincia di Gorizia per individuare un metodo atto a diffondere la cultura delle pari opportunità.

La ricerca ha analizzato anche ventuno siti di Amministrazioni comunali della provincia goriziana: il quadro non è confortante; solo i siti di Monfalcone e Staranzano mostrano contenuti legati a tematiche di genere.

Da sottolineare inoltre che le deleghe alle Pari Opportunità sono state assegnate nelle Giunte di soli cinque comuni.

Il gruppo di studi universitario non si è però fermato alla sola analisi ma fattivamente ha proposto alla consigliera alle Pari Opportunità della Provincia di Gorizia di individuare linee guida comuni da condividere con tutti gli Enti locali provinciali, al fine di potenziare la visibilità dei servizi comunali e provinciali dedicati alle Pari Opportunità.

Tra gli altri suggerimenti di intervento vi è la realizzazione di un manuale-guida per la comunicazione su Internet al fine di sostenere il gender mainstreaming, nelle politiche degli Enti e delle Istituzioni, negli strumenti di programmazione e pianificazione ordinaria e strategica, un percorso di formazione per gli operatori del settore e infine la naturale codifica di un linguaggio di parità che dovrà accompagnare la comunicazione sia verso l’esterno che verso l’interno.

Marina Mancini