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WhatsApp e la privacy: accetto e continuo o cambio app?

 

Entro l'8 febbraio WP invita, o meglio obbliga, i suoi utenti ad accettare i nuovi termini sulle condizioni d'uso del social per far parte di quello che l'avvocato Antonino Polimeni ha definito "la più grande operazione di accentramento di dati personali".
Un intervento sulle informazioni è stato fatto il 4 gennaio:
• aggiornamenti chiave, dove brevemente vengono illustrati gli highlight dell'iniziativa
• termini di servizio
• informativa privacy
• codice europeo delle comunicazioni elettroniche.

Via Twitter, Niamh Sweeney, director of Policy for WhatsApp, chiarisce ulteriormente il punto di vista dell'azienda: "Oggi Facebook non usa le informazioni del tuo account WhatsApp per migliorare le tue esperienze con i prodotti di Facebook. Qualora in futuro decidessimo di condividere tali dati con le aziende di Facebook per questo scopo, lo faremo solo dopo aver raggiunto un accordo con la commissione per la protezione dei dati irlandese".

Ma quali sono le informazioni che WP raccoglie?
- dati di posizione,
- modalità di utilizzo dei servizi,
- impostazioni scelte,
- modalità di interazione con gli altri, incluse le interazioni con le attività commerciali,
- orari di utilizzo,
- frequenza e la durata delle attività e delle interazioni.
Inoltre, raccoglie informazioni su nome, immagine e descrizione dei gruppi a cui l'utente partecipa, funzioni di pagamento o business, foto del profilo, informazioni in Info, informazioni su quando l'utente è online, sull'ultimo accesso e sull'ultima volta in cui l'utente ha aggiornato le informazioni nel campo Info.

L'avvocato Diego Dimalta dice che "i nuovi termini danno all'app la possibilità di condividere le informazioni all'interno del gruppo di aziende per agevolare, sostenere e integrare le loro attività e migliorare i nostri servizi" ma quali attività e quali servizi non ci è dato saperlo, almeno non dall'informativa di WP.

"Facebook, infatti, è stata dichiarata dalla Corte di Giustizia Europea (con sentenza Schrems II) non capace di garantire la tutela dei diritti degli utenti europei.
Per questo motivo anche l'Autorità di Controllo irlandese ha ingiunto alla società di Mark Zuckerberg di portare tutti i server in UE conformandosi così alla sentenza del 16 luglio.
Facebook non solo non ha adempiuto a tale ordine ma ora, con questa modifica dei termini di WhatsApp si appresta a trasferire, dalla app di messaggistica alle altre società del gruppo, una mole enorme di dati sensibili".

CT