Tra i tanti incontri che si sono susseguiti, crediamo di interesse fermare l'attenzione sul convegno dal titolo "Quando la crescita crea occupazione", che ha costruito il tavolo dei relatori come il giano bifronte della crisi economica: da una parte il privato e dall'altra la politica e la Pubblica Amministrazione, non parti contrapposte, ma alleate per sconfiggere un “nemico” comune.
Emerge chiaro il bisogno impellente del mercato di rendere piú agile la Pubblica Amministrazione, cosí da poter rispondere in tempi brevi alle esigenze imprenditoriali, capaci a loro volta di generare un indotto per l'economia con nuovi posti di lavoro.
Ma é Mauro Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, a centrare il problema: la Pubblica Amministrazione é fatta di persone chiamate a rispondere con responsabilità a precisi obblighi di legge. Chiedere una P.A. più snella significa soprattutto chiedere che sempre più materie siano soggette a delegificazione, a vantaggio di regolamenti più snelli e significa ridare respiro all'agire stando in una cornice di principi, che non soffochi l'iniziativa del privato.
Il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, anch'egli intervenuto al convegno, conosce bene pregi e
difetti dell'Amministrazione pubblica italiana e per questo ricorda che, accanto ai miglioramenti da apportarvi, esistono anche eccellenze da riconoscere. Cita il ministro, a titolo di esempio, i funzionari impegnati sul delicato fronte delle vertenze sindacali, chiamati "a fare notte per salvare posti di lavoro". C'é tanto di positivo nel nostro apparato pubblico, basta solo volerlo ammettere.
Il ministro lancia una provocazione: "A me piacerebbe una Comunicazione Pubblica che, accanto ai tanti problemi che ci sono, facesse vedere anche le tante idee che nascono in Italia e magari anche quelle che nascono fuori Italia, cosí che qualcuno le importi, le realizzi e non soltanto il brutto...".
Poche ore prima, sempre al Meeting, lo aveva preceduto sulla stessa linea il collega di Governo ministro della Difesa Mario Mauro, intervenendo sulle missioni di pace all'estero il quale, ampliando la sua riflessione, diceva "credo che questo modo caricaturale di guardare alla scuola, alla sanità, sempre come fossero il luogo del malfunzionamento, delle cose che non vanno, ci fa perdere il meglio e ci fa perdere il merito, cioé ciò che caratterizza quel dinamismo della persona che é capace di andare a vedere come stanno le cose, senza farsi condizionare da nessuno".
Non si é fatto attendere, pochi giorni dopo, un nuovo tentativo del Governo di riorganizzazione della P.A. intervenuto lo scorso 26 agosto con "Decreto legge recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle Pubbliche Amministrazioni" che, fra l'altro, ha stabilito che la mission della CIVIT (Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle Amministrazioni pubbliche) sarà concentrata sui compiti di trasparenza e di prevenzione della corruzione e che pertanto sono trasferite:
- all’ARAN (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) le funzioni in materia di misurazione e valutazione della performance;
- al Dipartimento della Funzione Pubblica le funzioni in materia di qualità dei servizi pubblici. Dipartimento con cui l'Associazione “Comunicazione Pubblica” già collabora attivamente, partecipando al tavolo di lavoro in materia di comunicazione e obblighi di trasparenza.
"Comunicazione Pubblica" condivide a tal punto la provocazione estiva dei due Ministri da averla raccolta ante litteram, fin dal 1994, quando ha scelto la strada della formazione quale arma per contrastare l'approssimazione con cui spesso si guarda all'attività di comunicazione nella Pubblica Amministrazione, come se tutti se ne possano occupare.
Da allora ha formato centinaia di persone fra operatori, funzionari e dirigenti pubblici e ancor di più oggi, alla luce della Legge 4/2013, si sente confermata nel proprio agire da una linea di governo che la chiama a pieno titolo ad intervenire sulla professionalità dei comunicatori pubblici quale arma strategica in un momento di crisi come quello attuale.
Crisi significa sicuramente ristrettezza di risorse, ma se si vuol partire dalla qualità, se si vuol coltivare il talento in casa, il metodo deve cambiare: non si può chiedere innovazione e competizione anche nel pubblico, sacrificando i fondi per la formazione.
Al via allora partnership tra pubblico e privato per formare i pubblici dipendenti, perché formazione non è concetto di spesa, bensí di investimento sul capitale umano, che é poi la vera scommessa di ripresa di questo Paese.
Maria Elisa Borrelli