La pubblicazione realizzata nei giorni scorsi dal Ministero della Salute in seguito alle particolari condizioni climatiche registrate nell'ultimo periodo in molte regioni italiane, seppur lodevole come iniziativa, rischia di non essere efficace sul piano comunicativo. Una guida, ma anche un decalogo “per prevenire e combattere gli effetti delle basse temperature sulla salute”.
Le “Informazioni generali” che si leggono nella parte introduttiva permettono di intuire a chi ci si intende rivolgere ma, nello stesso tempo, aprono altri interrogativi. Perché se i destinatari sono i bambini, gli anziani o i senza tetto forse una pubblicazione abbastanza tecnica, molto scritta e in formato elettronico non è lo strumento migliore.
Non c'è dubbio che sia molto chiara e ben fatta la pagina del decalogo, dove viene utilizzato un linguaggio semplice e quindi facilmente comprensibile da tutti. Però per le successive, si ha l'impressione che sia stato fatto soprattutto un copia incolla, con un utilizzo non omogeneo dei caratteri e un'evidente differenziazione del lessico. Fino a dilungarsi su questioni più collaterali, relative alla conservazione dei farmaci o alle precauzioni domestiche per le fughe di gas o possibili incidenti per una cattiva manutenzione degli impianti elettrici.
Fin dal momento in cui nasce l'idea, propria o suggerita, di fare un opuscolo, il comunicatore deve, secondo noi, mettere insieme vari elementi per definire un piano editoriale, anche di massima. Cioè deve avere ben chiaro se lo realizza perché è convinto abbia un'effettiva utilità o per ragioni politiche o di immagine o per rispondere a suggestioni interne o esterne. Naturalmente tutte le motivazioni sono legittime e accettabili, ma ognuna di queste dovrebbe portare alla definizione di interventi differenti, senza accontentarsi della soluzione più facilmente praticabile.
Quando si predispone una pubblicazione con la quale si intendono indurre comportamenti virtuosi o comunque azioni per affrontare possibili situazioni di crisi è necessario perlomeno avere ben chiaro l'obiettivo principale e individuare i destinatari (pubblici primari e secondari). Di conseguenza decidere come organizzare i contenuti, definire i codici più appropriati per il linguaggio, individuare gli strumenti/mezzi più adatti, decidere i canali di diffusione. Il tutto anche se si hanno poche risorse a disposizione.
Fra le domande che occorre porsi fin dalla fase di studio ci sono sicuramente: sto facendo qualcosa di utile?; lo strumento che ho scelto è quello giusto per i destinatari del messaggio che ho individuato?; mi attendo una determinata risposta/reazione?; posso misurare l'efficacia dell'intervento comunicativo?
Se a queste domande il comunicatore non riesce a darsi risposte convincenti è meglio che riparta dalla fase progettuale e individui altre soluzioni che possano soddisfare anche colui che ha chiesto di realizzare il prodotto editoriale.
Claudio Trementozzi
La copertina dell'opuscolo