Ogni settimana, l'azienda accusata di fare ciò, affiggeva nella bacheca aziendale un cartello nel quale i volti dei dipendenti erano associati a emoticon che rappresentavano i giudizi, positivi o negativi, espressi. La valutazione negativa comportava persino una decurtazione dallo stipendio. Nella bacheca venivano affisse anche le eventuali contestazioni disciplinari.
Il Garante ha vietato all'azienda di proseguire con questo sistema di trattamento e utilizzo di dati altresì personali dei dipendenti, perché illecito e lesivo della dignità, della libertà e della riservatezza nei confronti del dipendente.
Nello stabilire il divieto il Garante ha ricordato che il datore di lavoro può trattare le informazioni necessarie e pertinenti per la gestione del rapporto di lavoro in base alle leggi, ai regolamenti, ai Contratti collettivi e ai Contratti di lavoro individuale. Tra questi rientrano, sicuramente, i dati per effettuare la valutazione sul corretto svolgimento della prestazione lavorativa e ad esercitare il potere disciplinare nei modi e nei limiti previsti dalle regole del settore, ma non la sistematica pubblicazione sulla bacheca aziendale delle valutazioni e dei rilievi disciplinari.