Nei giorni scorsi il direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale ha lanciato un appello: "Sindaci, apritevi ai social network". Benissimo, però attenzione agli scivoloni. La community pretende interazione e non le basta un rapporto unidirezionale.
Secondo il direttore Alessandra Poggiani è nel mondo social che "si consuma la comunicazione oggi". Solo lì? In realtà, nonostante il "Mattino" di Padova estremizzi la posizione, l'alto dirigente evidenzia la necessità di utilizzare strumenti di comunicazione sempre più interattivi. Ed è proprio qui la chiave di volta. L'elemento che caratterizza il vero impegno della PA verso la costruzione di un dialogo costruttivo, dove ci si mette sullo stesso piano, ciascuno con le proprie conoscenze, le proprie capacità ed esperienze allo scopo di creare condivisione. Il sistema più efficace rimane quello diretto. Guardare negli occhi l'altro, percepire i segnali facciali e gestuali dell'interlocutore aiutano a interpretare meglio il contenuto e il senso stesso del processo comunicativo.
Però in una società sempre più liquida, come sottolineava Zygmunt Bauman, il comunicatore pubblico deve essere in grado di mettere in campo tutti gli strumenti a sua disposizione e, per quelli più innovativi, costruire basi solide. Altrimenti gli effetti di ritorno possono essere distruttivi.
Occorre partire, a nostro parere, da un piano condiviso sia dai vertici politici sia da quelli tecnici di riferimento. Ogni azione di comunicazione, infatti, è il frutto di una strategia che mette in campo un mix di strumenti.
Riteniamo, ad esempio, che l'attivazione di canali social, come Facebook e Twitter, senza un portale istituzionale adeguato, anche se non aggiornatissimo, rischia di essere poco efficace. Così come pensare che tutta l'attività comunicativa si esaurisca nella community.
Non c'è dubbio, come ha correttamente evidenziato il direttore dell'AgId, che i processi di digitalizzazione in ambito sanitario, scolastico e della Pubblica Amministrazione vanno avanti e gli investimenti in questo ambito non sono più rimandabili. Con scadenze prestabilite. Speriamo, però, che, accanto agli aggiornamenti tecnologici, i vertici delle PA comprendano quanto sia importante la semplificazione e l'attivazione di un dialogo costruttivo con tutta la “comunità fisica” e la community virtuale.
Claudio Trementozzi
Nei giorni scorsi il direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale ha lanciato un appello: “Sindaci, apritevi ai social network”. Benissimo, però attenzione agli scivoloni. La community pretende interazione e non le basta un rapporto unidirezionale.
Secondo il direttore Alessandra Poggiani è nel mondo social che “si consuma la comunicazione oggi”. Solo lì? In realtà, nonostante il Mattino di Padova estremizzi la posizione, l'alto dirigente evidenzia la necessità di utilizzare strumenti di comunicazione sempre più interattivi. Ed è proprio qui la chiave di volta. L'elemento che caratterizza il vero impegno della PA verso la costruzione di un dialogo costruttivo, dove ci si mette sullo stesso piano, ciascuno con le proprie conoscenze, le proprie capacità ed esperienze allo scopo di creare condivisione. Il sistema più efficace rimane quello diretto. Guardare negli occhi l'altro, percepire i segnali facciali e gestuali dell'interlocutore aiutano a interpretare meglio il contenuto e il senso stesso del processo comunicativo.
Però in una società sempre più liquida, come sottolineava Bauman, il comunicatore pubblico deve essere in grado di mettere in campo tutti gli strumenti a sua disposizione e, per quelli più innovativi, costruire basi solide. Altrimenti gli effetti di ritorno possono essere distruttivi.
Occorre partire, a nostro parere, da un piano condiviso sia dai vertici politici sia da quelli tecnici di riferimento. Ogni azione di comunicazione, infatti, è il frutto di una strategia che mette in campo un mix di strumenti.
Riteniamo, ad esempio, che l'attivazione di canali social, come Facebook e Twitter, senza un portale istituzionale adeguato, anche se non aggiornatissimo, rischia di essere poco efficace. Così come pensare che tutta l'attività comunicativa si esaurisca nella community.
Non c'è dubbio, come ha correttamente evidenziato il direttore dell'AgId, che i processi di digitalizzazione in ambito sanitario, scolastico e della pubblica amministrazione vanno avanti e gli investimenti in questo ambito non sono più rimandabili. Con scadenze prestabilite. Speriamo, però, che, accanto agli aggiornamenti tecnologici, i vertici delle PA comprendano quanto sia importante la semplificazione e l'attivazione di un dialogo costruttivo con tutta la “comunità fisica” e la community virtuale.
Claudio Trementozzi
 
                                 
        
         
                                         
                                         
                                         
                                         
                                        