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Comunicazione Pubblica

Archivio newsletter - Associazione Italiana per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale

Un vestito nuovo per il comunicatore pubblico

Il mondo della comunicazione pubblica è in movimento. Negli ultimi due anni le cose stanno cambiando e il mestiere di comunicatore pubblico sta indossando un nuovo vestito, più bello a mio parere. Il comunicatore pubblico per anni, e purtroppo è ancora così in alcuni casi, è stato considerato negativamente, come la parte debole e meno attiva di staff di comunicazione istituzionale e uffici stampa.
Oggi abbiamo una grande occasione e finalmente stiamo iniziando a coglierla, la cosiddetta nuova comunicazione pubblica, quella fatta attraverso web, social network, chat e i tanti strumenti chela tecnologia ci mette a disposizione. È una rivoluzione nel modo di concepire la comunicazione pubblica, nel rapporto tra Enti e aziende pubbliche con i cittadini, nelle modalità e nell’impatto del mestiere del comunicatore.

Nuova comunicazione pubblica
Un po’ tutti usiamo  “nuova comunicazione pubblica”, per dare risalto ad una parte del lavoro e proprio perché ci eravamo abituati ad un comunicatore pubblico che faceva tutt’altro, che dava priorità nella propria giornata ad altre attività, come se le nuove opportunità non lo riguardassero.  È arrivato il momento di togliere quel “nuova” e inserire il web e i social network a pieno titolo nella comunicazione pubblica. In tutti i sensi, da un punto di vista pratico e formale. Le professionalità del web e i mestieri legati alla gestione dei social network sono a tutti gli effetti lavori di primo piano e di responsabilità del web e i mestieri legati alla gestione dei social network sono a tutti gli effetti lavori di primo piano e di responsabilità e così devono essere trattati e riconosciuti.
È finita l’epoca in cui chi gestiva i social era l’ultima ruota del carro, un’aggiunta una sorta di “Serie B” dell’ufficio stampa. Cito con grande piacere un direttore di un Ministero, Mario Nobile (direttore sistemi informativi e statistici del Ministero Infrastrutture e Trasporti), che nel corso di un evento alla recente “Social Media Week” di Roma ha sottolineato come “i social network non sono più un gioco o un passatempo, ma fondamentali strumenti di servizio pubblico e occasione professionale”. Da tempo lo penso e lo dico, ma sentirlo dire dai vertici di un ministero rappresenta un segnale chiaro che le cose stanno cambiando e che c’è una nuova consapevolezza, anche a livello dirigenziale, rispetto a questi strumenti di comunicazione, sempre più utili e necessari per offrire al cittadino un servizio completo. Per chi ancora avesse dei dubbi sull’utilità dei social network per la comunicazione istituzionale è toccato ancora una volta alle emergenze sottolinearne l’importanza.
Social network per le emergenze
Nel corso del recente terremoto nel centro Italia i social network sono stati fondamentali per informare, chiarire, smentire notizie inesatte, dare un servizio pubblico decisivo. Non è un caso se proprio in un momento di grande difficoltà ed emergenza è stato fondamentale il lavoro sui social delle Istituzioni (ad esempio la Regione Lazio) e quindi dei comunicatori pubblici. In quell’emergenza è cresciuto, ad esempio, l’account Twitter dei Vigili del Fuoco (@emergenzavvf), che era nato poco prima e nel momento di difficoltà ha dato prova di grande professionalità e oggi può senza dubbio essere inserito tra le best practices italiane. E proprio dal racconto e dalla condivisione di alcune buone pratiche nostrane è nato il percorso #pasocial, un gruppo di lavoro di cui fanno parte capo uffici stampa, social media manager e comunicatori del Governo, Presidenza del Consiglio e Ministeri, con l’obiettivo di sviluppare la comunicazione social in Enti e aziende pubbliche, sia a livello centrale che sui territori. Una bella soddisfazione e una cosa non scontata la disponibilità, la voglia e l’entusiasmo di tanti comunicatori pubblici di lavorare su questo tema di impegnarsi ogni giorno per migliorare e rendere sempre più a portata di cittadino le proprie strutture di riferimento.#pasocial è nato nel novembre del 2015 quando abbiamo organizzato a Palazzo Chigi, per la prima volta in Italia, gli Stati Generali della nuova comunicazione pubblica, dedicati alla figura del social menager. Da lì è stato un crescendo di partecipazione, di adesioni, di richieste di collaborazione e condivisione sia a livello di strutture centrali che sui territori.
Ogni giorno condividiamo dubbi, idee, soluzioni e stiamo andando in tutta Italia con seminari e convegni grazie alla collaborazione importate e costante di Regioni, Comuni, aziende pubbliche e delle stesse aziende sociali (Facebook-Instagram, Twitter, Google, LinkedIn). Pescara con la Regione Abruzzo (aprile 2016), Napoli con la Regione Campania (luglio 2016), Roma (ForumPA, maggio 2016 e Social Media week, settembre 2016), Catania con il Comune di Catania (settembre 2016), presto saremo ad Ancona con Regione Marche (18 novembre 2016), a Firenze con il Consiglio Regionale della Toscana (16 dicembre), Triesta, Aosta e stiamo ricevendo tantissime richieste da tutta Italia. La cosa più bella? Nella Pubblica Amministrazione esistono tantissime persone che hanno voglia di fare e con grande professionalità, vanno utilizzate, sostenute, spronate e messe al centro del lavoro di comunicazione pubblica.
Spero che #pasocial serva soprattutto a questo, rivalutare il mestiere del comunicatore pubblico e dare finalmente il giusto peso e riconoscimento a chi utilizza i social per il servizio pubblico. Il segnale è importante e devo dire che i frutti si vedono.
#pasocial
Da quando esiste #pasocial, ad esempio, sono arrivati su Facebook Palazzo Chigi, i Ministeri Infrastrutture e Trasporti ed Esteri, le Politiche Agricole hanno organizzato in più di un’occasione momenti di formazione dedicati a web e social per le aziende del settore, il Ministero dei Beni Culturali e Turismo è arrivato su Instagram, sono sbarcati in chat, su Telegram, i Ministeri Economia e Finanze, Esteri, Istruzione e Università, la struttura contro il dissesto idrogeologico di Palazzo Chigi, l’Agenzia per l’Italia Digitale ha lanciato e sta ancora lavorando sulle linee guida per i siti web della Pubblica Amministrazione, centrale e locale. Tutti, dai Ministeri a tante strutture collegate, si stanno impegnando nelle rispettive realtà per nuovi siti web e il miglioramento del lavoro sui social. Il percorso, insomma, continua e sono convinto che la P.A. sarà sempre più social e alla nostra portata. E un segnale importante arriva anche dal mondo delle aziende pubbliche: trasporti, acqua, rifiuti, energia, edilizia residenziale. Da circa un anno è nato un gruppo di lavoro dedicato all’utilizzo dei social per il trasporto pubblico locale all’interno di Asstra (l’associazione più rappresentativa in Italia dalle aziende del tpl), un percorso frutto anche dell’impegno del network #socialbus (nato un anno prima e formato da tante aziende in tutto il Paese e dalla redazione di cittadinitwitter.it) che ha dato la spinta giusta per arrivare ad un gruppo di lavoro “istituzionale” che punta su analisi, formazione e divulgazione dell’attività delle aziende italiane, partendo dalle buone pratiche. E qualcosa di simile sta nascendo anche nel campo più ampio delle aziende di servizio pubblico, non solo trasporti, e non è un caso se anche la Federazione Utilitalia (che raccoglie le utilities di acqua, ambiente ed energia) sta lavorando sul tema della comunicazione social. È sempre importante ricordare che quando parliamo di utilizzo dei social nella comunicazione pubblica tocchiamo temi fondamentali: lavoro, servizi, innovazione, nuovi linguaggi. Lavoro perché i social, come detto, hanno creato e stanno creando nuove figure professionali, ma anche occasioni di reinserimento per persone “ferme” o inutilizzate per vari motivi e che dopo un percorso di formazione trovano nei social una nuova vita lavorativa. Lavoro perché i social oggi portano anche occasioni economiche e di promozione. Servizi perché i social, così come le chat, danno la grande opportunità di offrire risposte in tempo reale ai cittadini e l’occasione di “stare dove sta la gente”, farsi trovare dove le persone hanno più facilità e “comodità” per costruire un rapporto diretto. Innovazione perché social e chat sono e possono esserlo ancora di più, costola operativa della smart city, motore per rendere effettivo il concetto di “città a portata di smartphone e cittadino”. Se come comunicatori pubblici possiamo risolvere anche un piccolo problema quotidiano alle persone grazie ad un post, un tweet, un messaggio in chat, credo sia una grande soddisfazione oltre ad una straordinaria rivoluzione nei rapporti tra Pubblica Amministrazione e cittadino. Nuovi linguaggi perché i social e le chat ci danno tantissimi strumenti per rendere più chiara la nostra comunicazione e per far sì che il linguaggio sia meno burocratico e più vicino a quello dei nostri interlocutori. Succede ogni giorno in Italia, grazie al lavoro di ottimi comunicatori pubblici, che P.A. e aziende pubbliche utilizzino emoticon, gif, infografiche, video, foto e molto altro per renderci la vita più facile e più chiara l’informazione.
I cittadini apprezzano, anche recenti ricerche ci dicono che già una risposta in tempo reale da parte di un Ente pubblico è molto apprezzata e anche i più critici finiscono per ringraziare e avere un nuovo approccio nei confronti di chi lavora nella P.A.. Senza dimenticare una necessaria attività di formazione, dedicata, credo che lo stare sul campo (essere sui social e imparare standoci dentro) e la condivisione delle esperienze siano le carte fondamentali da giocare per una nuova Pubblica Amministrazione.
Con il percorso #pasocial vogliamo dare un contributo, è importante però che tutti si sentano coinvolti, ognuno nella propria struttura e nel proprio settore. I segnali sono molto positivi. Si è aperta una nuova era per la figura del comunicatore pubblico, un percorso con tante cose ancora da fare, ma avviato. Un nuovo vestito, appunto. Indossiamolo e continuiamo su questa strada. Lavorare nel settore pubblico, poter offrire un servizio completo e non distante ai cittadini, è una grande opportunità, un mestiere bellissimo, non sprechiamo l’occasione di dargli un riconoscimento e la credibilità che merita.

Francesco Di Costanzo