Ai moderni araldi che sono ricorsi persino agli sms per annunciare di aver "vinto" una causa contro la nostra Associazione e, ancora una volta, approfittano per intorbidire la vicenda COM-PA per sollecitare autorevoli presenze e qualche espositore, dobbiamo una risposta.
Non solo a loro,ovviamente, ma anche ai tanti amici e colleghi che ci chiedono cosa succederà adesso e che ci invitano a non cedere di un passo.
Stiamo ai fatti.
Nel 2007, chiusa la quattordicesima edizione di COM-PA con un grande successo (vedere i comunicati stampa dell'epoca redatti da Conference Service) la società che sino ad allora aveva gestito l'organizzazione della manifestazione decideva, unilateralmente, di porre fine ad un rapporto di leale collaborazione.
Nonostante una intervista, apparsa il 7 novembre 2007 sul Sole 24 ore, del titolare del service che annunciava di lasciare il Salone a Bologna,qualche giorno dopo lo stesso signore decideva di andare a Milano.
In ventiquattro ore veniva trovato un" buon samaritano" che, come nelle migliori soap opera, sistemava COM-PA a Pero-Rho. Individuare poi un disinteressato "salvatore della patria" deve essere stato ancora più facile.
Dal gennaio 2008 abbiamo, sempre e unanimemente, espresso il nostro parere contrario a questa imposizione e, infine, siamo stati costretti a rivolgerci alla magistratura.
L'oggetto del contendere non era impedire che COM-PA si svolgesse a Milano ma che si usasse il nostro marchio per una manifestazione pensata e gestita da altri e della quale, alla fine, non abbiamo potuto dare neppure un parere sui temi e gli argomenti che verranno trattati.
Il magistrato bolognese non ha ritenuto sufficienti le nostre motivazioni. In una certa misura lo comprendiamo vista l'eccessiva discrezionalità dell'attuale contratto.
A Milano dunque si farà una manifestazione che si chiamerà COM-PA ma gli illustri ospiti che vi parteciperanno troveranno ad accoglierli privati signori che non fanno parte dell'Associazione proprietaria del marchio.
Nessun problema però: COM-PA sarà un successo. I bene informati ci fanno sapere che è già pronto il comunicato stampa conclusivo e i fuochi artificiali.
Per quanto ci riguarda noi continueremo a batterci sino al 31 dicembre 2010 quando COM-PA ci verrà restituito e valuteremo anche in quali condizioni.
Ovviamente questa vicenda non riguarda né la città di Milano, né le sue Istituzioni, né l'Ente Fiere milanese, né tanto meno la politica e neppure il disgelo delle calotte polari.
La questione riguarda esclusivamente l'Associazione e Conference Service.
Anche per questo ci ha sorpreso vedere il comunicato della "vittoria" pubblicato sul sito di una fondazione universitaria milanese.
Ma perché mai?
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