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Associazione Comunicazione Pubblica
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Avvicinandosi l'ora della digestione, qualcuno comincia a lacrimare.
In una nota, falsamente vittimistica, redatta dall'azienda di servizi che ha trasferito a Milano il nostro Salone della Comunicazione Pubblica, vengono illustrate le sette bellezze dell'edizione 2008 alle quali si contrapporrebbe, chissà perché, la nostra Associazione.

Lo ripetiamo ancora una volta: noi non abbiamo mai usato una sola parola di critica nei confronti di coloro che, all'improvviso,  hanno ritenuto di dare un contributo alla manifestazione.
La questione è un'altra e lo stesso testo, se letto con attenzione, conferma che abbiamo avuto ragione ad opporci ad una decisione incomprensibile e destinata a creare solo confusione.

COM-PA, vogliamo ricordarlo a coloro che avessero ricevuto informazioni diverse, è un marchio fieristico di nostra proprietà e la manifestazione che si sta organizzando a Milano è tutta un'altra cosa rispetto alle passate edizioni.
Ma su questo non intendiamo, almeno in questa sede, esprimere alcuna valutazione.

Ci preme invece sottolineare che siamo di fronte ad un'azienda di servizi che sta conducendo un'operazione senza precedenti. Sarebbe come se il titolare del catering di un aereo decidesse non solo di cambiare la rotta in volo ma pretendesse anche di occupare la cabina di pilotaggio.

Da tempo non capiamo il tentativo di questa azienda di accreditarsi come interlocutore scientifico nei nostri  confronti. E' pur vero che la giovane età della comunicazione pubblica produce "esperti" in quantità industriale e che il mancato riconoscimento dei nostri profili professionali alimenta le peggiori tentazioni. Ma non basta editare una news chiamandola "comunicatori pubblici" per trasformarsi in un'altra cosa. L'autocertificazione non è ancora legalmente riconosciuta per chi si inventa competenze e conoscenze che non gli appartengono.

Per questo la nota di cui parliamo, pur zeppa di spiegazioni, finisce per non spiegare nulla e conferma solo l'esistenza di "comitati di programma" non concordati né decisi con i proprietari del marchio COM-PA.

Stendiamo, infine, un pietoso velo sul maldestro tentativo, pur registrando che non è il primo, di dividere il gruppo dirigente dagli iscritti all'Associazione. I nostri soci, da tempo, non hanno più bisogno di balie, hanno capito benissimo tutto e, se ce ne fosse stato bisogno, lo hanno dimostrato nelle recenti elezioni per il rinnovo delle cariche sociali.

Non sappiamo se COM-PA 2008 avrà o non avrà successo. Sappiamo però che nell'uno o nell'altro caso non ci si potrà attribuire nessuna responsabilità.
Insomma, per dirla con Esopo a cui abbiamo sottratto l'incipit di un suo celebre racconto, l'acqua non l'abbiamo certamente intorbidita noi.