Back to top
Associazione Comunicazione Pubblica
Chi siamo
Contattaci
Lunedì della 9:30 alle 15:30
dal martedì al venerdì dalle 9:30 alle 14:30.
Via Marsala 8 - 20121 Milano
info@compubblica.it
02 67100712
345 6565748
Comunicazione Pubblica

Archivio newsletter - Associazione Italiana per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale

La corretta misura della distanza

 

Lavoro agile: nominati membri dell'Osservatorio e della Commissione tecnica, in esito al Decreto del Ministero della Pubblica Amministrazione del 4 novembre 2020.

Vedi link: www.aranagenzia.it

Le competenze assegnate all'Osservatorio:

  • supportare l'elaborazione di proposte e la definizione di indirizzi tecnico-metodologici in materia di lavoro agile in una prospettiva sistemica e multidisciplinare, in modo da sviluppare le competenze del personale pubblico, le capacità manageriali dei dirigenti, la misurazione e valutazione delle performance organizzative e individuali ed elaborare proposte di carattere normativo e tecnico per la disciplina del lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche;
  • svolgere attività consultive, di studio e analisi a supporto della elaborazione di proposte per l’attuazione del lavoro agile nelle amministrazioni, tenuto conto anche delle best practice, nazionali e internazionali, anche nel settore privato, e dei risultati del monitoraggio della diffusione dell'istituto;
  • analizzare l'implementazione dei POLA (piani organizzativi del lavoro agile), i risultati della loro attuazione e gli eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi quantitativi e qualitativi previsti;
  • analizzare i relativi effetti sull’organizzazione delle amministrazioni e sulle attività svolte dalle stesse;
  • promuovere specifiche iniziative di sensibilizzazione e di comunicazione in materia di lavoro agile, anche attraverso la "Conferenza nazionale sul lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche", indetta con cadenza biennale.

In economia sociale non conta solo quali e quanti beni e servizi vengono prodotti e scambiati, ma anche quando e dove ciò avviene.
La pandemia ci ha insegnato che le distanze fisiche e le distanze temporali contano, eccome.
Se qualcosa serve adesso e qui, può fare la differenza sapere che la sua produzione avviene a poca distanza.
Se la P.A. è indiscutibilmente un bene, i benefici possono essere resi anche a distanza.
Se qualcosa è prodotta a distanza, non sorgeranno tutti i problemi legati al contatto fisico ravvicinato. Abbiamo capito che è bene essere vicini, ma altrettanto stare lontani. Si tratta di trovare di volta in volta la 'misura' corretta.
Il cosiddetto smart working delocalizza la produzione dei servizi al di fuori dei tradizionali luoghi di produzione, anche nella P.A.
Nelle circostanze della pandemia questa misura è stata ritenuta utile in molti luoghi di lavoro per ridurre gli effetti dannosi della concentrazione fisica dei lavoratori.
Gli effetti della delocalizzazione, nonostante tutto, oggi appaiono evidenti; non è stato necessario fare un calcolo dei costi e dei benefici.
In circostanze non estreme, bisognerà rifare i calcoli per capire quali sono i costi e i benefici.
I profili cui bisogna prestare attenzione per calcolare i vantaggi netti dello smart working sono diversi. I principali riguardano la qualità dei servizi erogati, la loro efficienza, il benessere dei lavoratori, la efficienza dei servizi. I comunicatori pubblici hanno reso la loro funzione anche a distanza.
Nessuno ha potuto incontrare nessuno, ma tutti abbiamo avuto maggiore necessità di contatti, di comunicare, di informazioni certe e istituzionali.
Se la qualità dei servizi cresce, se il costo di produzione si riduce e se i lavoratori stanno meglio, sarà bene adottare il lavoro agile in modo stabile. Ma se anche solo uno di questi profili peggiora a seguito della delocalizzazione, bisognerà rifare i calcoli per vedere se i vantaggi sono così rilevanti da compensare i costi.
Questo calcolo, deve tener in conto anche una serie di effetti indotti che possono sia migliorare sia peggiorare il quadro generale. La scelta della delocalizzazione ha allentato la pressione sulle città, sui mezzi di trasporto, ma ha anche allentato la pressione sulle attività economiche fortemente dipendenti proprio dalla concentrazione dei lavoratori in certe zone delle città che non hanno goduto di una domanda stabile legata ai flussi giornalieri dei lavoratori.  La geografia delle attività commerciali, culturali e ricreative è cambiata.

Più in generale è stato scomposto il modello per il quale tutte le attività sono concentrate nell’area che garantisce la maggiore efficienza. Questo modello è definitivamente superato.

Il lavoro agile è da casa, ma è anche lavorare nella propria regione.
Perdono le economie di scala, ma guadagnano le economie di prossimità, quelle economie che rispettano la diversità e sanno fornire ciò che veramente serve alle famiglie ed alle imprese.
La comunicazione pubblica e istituzionale è un bene su scala nazionale, è funzione applicata nei territori, anche con la corretta misura a distanza.

 

Rosaria Caltabiano
Direttivo Nazionale "Comunicazione Pubblica"