L'indagine della Iulm è stata presentata nei giorni scorsi dal responsabile scientifico della ricerca, Emanuele Invernizzi insieme Stefania Romenti e all'Amministratore delegato del gruppo Ketchum Andrea Cornelli, proseguendo così una tradizione che si ripete dal 1994.
La survey è stata eseguita tra maggio e ottobre del 2013 e ha registrato un'elevata redemption, par al 61% (183 persone) delle trecento persone contattate.
Un dato che salva subito all'occhio è che tra gli addetti, i laureati in comunicazione continuano a essere pochi, leggermente superiori al 31%.
Tra i direttori contattati, il 22% opera direttamente o indirettamente per la P.A., anche se sono il 17,9% le istituzioni che hanno una natura giuridica pubblica.
"La comunicazione d'impresa - precisano i curatori della ricerca - si è affermata e si sta consolidando come disciplina del management, poiché supporta il raggiungimento degli obiettivi e delle strategie aziendali e contribuisce alla creazione del valore d'impresa. La sua evoluzione è costante e ha visto negli ultimi dieci anni raggiungere una progressiva istituzionalizzazione nelle aziende, con la presenza di direzioni comunicazione più strutturate e con un crescente coinvolgimento dei Corporate communication officer (CCO) nelle decisioni strategiche aziendali".
L'elemento innovativo che emerge è una maggiore collaborazione tra i diversi settori aziendali, tra i quali soprattutto quelli che si occupano di produzione, marketing e risorse umane. Traslato sul piano delle istituzioni pubbliche, si registra quindi un timido segnale di crescita della sinergia tra i diversi settori, nell'ottica di predisporre una comunicazione più efficace verso l'esterno.
E' interessante il dato relativo alla reputazione, la cui misurazione riveste un ruolo di primo piano per il 73% del campione indagato. Un parametro sul quale, per il 54% dei direttori comunicazione, si intende investire maggiormente nei prossimi tre anni.
"La reputazione - spiega il professor Invernizzi - risulta essere pertanto l'asset intangibile della comunicazione su cui i CCO puntano in futuro per dimostrare il valore reale creato dalla comunicazione nelle e per le imprese".
Altro elemento di interesse anche per i comunicatori pubblici è la pervasività dei digital media, che continua a crescere con percentuali a due cifre. I social più utilizzati rimangono Facebook, Linkedin e YouTube. Però nei prossimi tre anni, il 78% delle imprese prevede "un'esplosione nell'impiego di Twitter". Si ritiene che in futuro i digital media avranno in più ampio utilizzo nell'ambito della comunicazione istituzionale (corporate), di quella ambientale e della CSR (responsabilità sociale d'impresa).
"E' importante rilevare - evidenziano i ricercatori - che aumenta in modo molto accentuato rispetto al 2011 anche l'impiego degli strumenti a supporto del social working, quindi dei processi di lavoro collaborativi, come Dilicious (+31,7%), Slideshare (+35,8%) e le applicazioni Wiki (+48,8%)". Strumenti sui quali sempre più la P.A. dovrebbe prestare attenzione, soprattutto in un momento in cui le risorse sono sempre più scarse e la ricerca di efficienza interna, al fine di garantire risposte più efficaci, è diventato un percorso obbligatorio.
Claudio Trementozzi