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Associazione Comunicazione Pubblica
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Questa nostra rubrica intende rappresentare una piccola finestra aperta sul mondo della comunicazione e dell'informazione. Un mondo sempre più complicato e difficile da spiegare e da capire visto l'affollarsi di tanti, troppi apprendisti stregoni.

Il comunicato stampa che segue, avverte amici e colleghi di non cadere nella trappola di una formazione che ha ben poco di scientifico e che non porta da nessuna parte. Troppe promesse e troppo facili soluzioni ci circondano.

Molte di queste finiscono per rivelarsi l'ennesimo spreco di tempo e di denaro per tante persone in buona fede.
La Federazione Nazionale della Stampa lancia, finalmente e opportunamente, un grido d'allarme contro un simile andazzo.

Noi, da sempre convinti del valore di una formazione permanente, invitiamo i nostri soci e tutti i comunicatori pubblici a scegliere, nel grande mare di offerte quotidiane, quelle che presentano davvero serietà di tema e qualità dei docenti.
Anche così si contribuisce ad affermare la comune volontà di diventare veri professionisti.



FNSI: ATTENZIONE A CORSI PER UFFICI STAMPA.
TROPPI IGNORANO CHE SOLO I GIORNALISTI POSSONO LAVORARCI


«Giungono alla Fnsi continue segnalazioni di corsi di preparazione per addetti stampa, che offrono anche tirocini post-corso, nei cui bandi non viene chiarito un aspetto fondamentale dal punto di vista professionale e cioè che per svolgere l'attività di addetto stampa occorre appartenere alla categoria dei giornalisti». La segnalazione arriva dalla stessa Federazione nazionale della stampa. «Questo principio generale - ricorda la Fnsi in una nota - è addirittura affermato, per la pubblica amministrazione, da una legge dello Stato: la legge 150 del 2000. Al di là di roboanti annunci, false prospettive e costi spesso esagerati, dietro questi corsi si cela, il più delle volte, una sostanziale ignoranza delle vere problematiche degli uffici stampa e delle loro implicazioni professionali e deontologiche. Infatti in troppi casi nei programmi di questi corsi sono ricomprese materie che poco hanno a che fare con la professione giornalistica, come il marketing, la promozione e la pubblicità, lasciando intendere che anche queste attività possano essere ricomprese nella responsabilità dell'Ufficio stampa. Pur trattandosi di ambiti professionali assolutamente rispettabili esse, però, contrastano nettamente con l'etica giornalistica, codificata da norme di legge e da carte deontologiche». La Federazione nazionale della stampa italiana «invita le Associazioni regionali, d'intesa con gli Ordini locali, a vigilare ed intervenire di fronte al proliferare di iniziative il cui risultato, spesso, è solo quello di creare confusione, improbabili aspettative di lavoro e incerte qualifiche professionali». (ANSA)