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Dati aperti: scattate le sanzioni

Sono ormai trascorsi i 180 giorni che il D.L. 90/2014 (“Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari”, convertito dalla Legge 114 dell'11 agosto) aveva concesso alle Pubbliche Amministrazioni per fornire i dati in formato aperto (open data). Da metà febbraio chi è inadempiente può essere sanzionato anche se molte Amministrazioni non sono ancora in regola e non rispettano la norma.

Uno studio del Politecnico di Milano rivela che su 577 Comuni intervistati solo il 41% ha pubblicato i dati, e che il 66% non ha ancora pensato a come fare in futuro soprattutto per la scarsità di personale e di risorse economiche. Il 68% dei Comuni dice di non avere personale interno da dedicare e il 43% lamenta le risorse economiche insufficienti. Rispetto ai contenuti risulta che è uno su tre Comuni che adotta le Linee guida dell'Agenzia per l'Italia Digitale sulle modalità di pubblicazione dei dati.

Oltre alle difficoltà organizzative, sulla pubblicazione dei dati aperti entrano anche carenze gestionali dei dati, la poca frequenza di aggiornamento e, non ultimo, la bassa visione operativa, di governance, degli open data che, insieme al coordinamento interno, alle figure da impegnare, alla rivisitazione dei processi per la loro ottimizzazione produrrebbe una efficace valorizzazione del patrimonio informativo pubblico.

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