Back to top
Associazione Comunicazione Pubblica
Chi siamo
Contattaci
Lunedì della 9:30 alle 15:30
dal martedì al venerdì dalle 9:30 alle 14:30.
Via Marsala 8 - 20121 Milano
info@compubblica.it
02 67100712
345 6565748
Comunicazione Pubblica

Archivio newsletter - Associazione Italiana per la Comunicazione Pubblica e Istituzionale

Semplificazione giuridica per il commercio elettronico

La Commissione Europea ha di recente pubblicato una relazione sul commercio elettronico di prodotti di consumo da cui emerge come per i cittadini europei sia ancora problematico fare acquisti transfrontalieri via internet.

La CE ha commissionato la realizzazione di un test anonimo (mystery shopping), relativo a tutte le fasi del processo di acquisto, per verificare il vero stato del commercio elettronico nel mercato europeo. Dallo studio emerge come si stia sempre più allargando il divario tra il commercio elettronico nazionale e quello transfrontaliero a causa di barriere linguistiche e normative che si frappongono agli scambi on line.

Se nel biennio 2006-2008, all'interno dell'Unione Europea, è aumentato il numero di chi fa acquisti on line (dal 27% al 33%), coloro i quali hanno tentato di fare acquisti on line in uno Stato diverso dal proprio è rimasto pressoché invariato (dal 6% al 7%).

Nella sua relazione la Commissione ha evidenziato, in particolare, che la maggior parte degli ordinativi transfrontalieri effettuati, in media il 61% degli ordini on line in un altro paese, non ha avuto successo: in altre parole in 6 casi su 10 è stato impossibile fare acquisti transfrontalieri via internet. Tale circostanza, come rilevato dalla Commissione è dovuta al fatto che il commerciante rifiuta di servire lo Stato di residenza del consumatore perché non in questi non vi è mezzo adeguato per il pagamento transfrontaliero.

Dal test effettuato emerge in sostanza che: "i consumatori europei via Internet si vedono negare la possibilità di scegliere meglio e trovare prezzi più convenienti». Acquistando on line in uno Stato diverso dal proprio, infatti, come si evince dallo studio, i consumatori avrebbero risparmi sostanziali, considerato che in 13 Stati su 27 gli acquirenti trovano in un altro Paese dell'UE il medesimo prodotto a un prezzo inferiore, tenendo conto anche dei costi aggiuntivi, come quelli di consegna; avrebbero accesso a prodotti non disponibili sul mercato nazionale (uno dei dati emersi rivela che le offerte nazionali online mancano di almeno il 50% dei prodotti cercati che si trovano, invece, in altri Stati membri.

Rispetto a questo quadro sicuramente svantaggioso, la CE ha prospettato una strategia in grado di superare le barriere che ostacolano il commercio elettronico transfrontaliero. Gli ambiti prioritari di azione della strategia, individuati dalla stessa Commissione, consistono nel delineare un gruppo unico e semplice di diritti per tutti i consumatori dell'Unione Europea che sostituisca l'attuale varietà di disposizioni, così da offrire lo stesso grado di protezione a tutti i consumatori europei, riducendo nel contempo i costi amministrativi per i commercianti e offrendo chiarezza giuridica; incentivare le misure di attuazione transfrontaliera attraverso un intervento diretto delle Istituzioni comunitarie, ad esempio mediante indagini a tappeto su Internet, per scoraggiare pratiche abusive e accrescere la fiducia dei consumatori del commercio elettronico transfrontaliero; semplificare le regole del commercio elettronico transfrontaliero.