In Sanità l'incremento degli investimenti in nuove tecnologie è aumentato del 7%, come ha rilevato una ricerca dell'Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano di cui abbiamo già parlato in una nostra recente news letter. Ma questi investimenti come e dove sono ripartiti?
I sistemi dipartimentali sono l'ambito di innovazione digitale che raccoglie la quota più elevata di investimenti delle strutture sanitarie: 97 milioni di Euro, è il secondo considerato più prioritario dalle Direzioni strategiche, indicato dal 50% degli intervistati, dietro alla Cartella Clinica Elettronica (CCE), che ha attirato risorse per 50 milioni di Euro e viene considerata rilevante dal 58% dei direttori sanitari.
La maggior parte delle Aziende è dotata di un supporto informatico diffuso, cioè esteso a oltre il 60% delle attività, nella gestione della diagnostica per immagini (88%) e delle analisi di laboratorio (86%). Per la gestione delle attività di sala operatoria risulta ancora in via di diffusione (63%), nonostante sia un ambito con un forte impatto sulla sicurezza del paziente. Ad oggi, i contenuti multimediali gestiti in digitale con più frequenza sono quelli relativi alla radiologia: l'84% delle aziende ha digitalizzato oltre il 60% delle immagini prodotte, con tassi di diffusione che si riducono per le ecografie (40%).
I servizi digitali di Regioni e Aziende sanitarie più frequentati sono, ad esempio la prenotazione e il pagamento on line delle prestazioni sanitarie, che vengono principalmente messi a disposizione attraverso siti web o App - quasi un'Azienda sanitaria su quattro - e che in quasi la metà dei casi sono fruibili tramite piattaforme regionali, spesso collegate al Fascicolo Sanitario Elettronico- FSE.
Il 62% dei Comitati di controllo infezioni ospedaliere-CIO delle aziende sanitarie ritiene che l'obiettivo prioritario legato all'offerta di servizi digitali al cittadino sia la riduzione dei tempi di attesa degli utenti. Le principali barriere che frenano l'adozione di servizi innovativi sono i problemi derivanti dall'interoperabilità dei diversi sistemi applicativi e dalla coesistenza fra nuovi sistemi e quelli già in uso, indicata dal 57% dei CIO, e quelle legate al rispetto della privacy e del GDPR (32%).