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Per una app nelle Amministrazioni pubbliche

Proponiamo una sintesi di un articolo di Donato A. Limone, tratto da 'Key4biz', con alcune osservazioni sulle app e il loro uso, che considera l'utilizzo possibile nelle Pubbliche Amministrazioni. 

L'autore dice che non vuole trattare l'app sotto il profilo tecnico e neppure fare disamine degli aspetti legali relativi alla protezione dei dati personali, perché è più interessato a fare una analisi sull'enorme attenzione destata dalle app di vario tipo.

Scrive Limone: "Mi interessa fare considerazioni sotto il profilo metodologico ("come" procediamo per dotarci di una app) o meglio teleologico (lo "scopo" di una app). E se vogliamo ancora di più "ritagliare" le considerazioni preliminari, c'è da chiedersi: l'informatica è riducibile ad app a prescindere? la produzione sempre più diffusa delle app in certi settori e per certe funzioni prescinde dal contesto per il quale le stesse sono generate? o si rischia di generare app per una nuova moda di mercato o di marketing delle tecnologie?”

Sul profilo metodologico "è necessario stabilire alcuni elementi di base da tenere presenti per rispondere alle domande poste prima".

. Le app sono applicazioni informatiche a tutti gli effetti e in particolare sono software elaborati che utilizzano hardware e interfacce utili per far "girare" l'applicazione.

. Le app sono elaborate per certe funzioni che dovrebbero essere ben definite rispetto al contesto per il quale dette funzioni devono essere svolte.

. Le app che sono utilizzate nel settore pubblico devono caratterizzarsi in ragione di funzioni pubbliche definite. Definite in modo chiaro e completo, definite con decisioni e atti pubblici, trasparenti, sicure, tracciabili, accessibili, verificabili nell'attuazione e nella efficacia dei risultati ottenuti nell'uso delle app.

. Le app informatiche sono applicazioni che interessano procedure, procedimenti, processi decisionali, manageriali, direzionali, gestionali, comunicativi. Le app supportano attività che nel settore pubblico devono essere formate e trattate nel rispetto dei principi/criteri dell'azione amministrativa e delle organizzazioni pubbliche [(art. 97 Costituzione: imparzialità e buon andamento dell'azione amministrativa; art. 1 della Legge 241/90: efficacia, economicità, pubblicità, trasparenza, imparzialità, semplificazione; dati/documenti da trattare secondo le norme sulla privacy e la protezione dei dati; i dati/documenti devono essere formati, gestiti e conservati in modalità nativamente ed esclusivamente digitali (dlgs 82/2005 e sm, Codice dell'Amministrazione Digitale)].

La formazione informatica delle app è quindi un processo tecnologico che si colloca alla fine di una decisione pubblica di fare una app.

L'articolo prosegue sulla decisione di realizzare e usare una app: "E quindi il processo di sviluppo, di realizzazione e di utilizzo di una APP nel settore pubblico deve (un obbligo) articolarsi nelle seguenti otto fasi:

rilevazione dei bisogni di una app tramite una indagine basata su metodologie e tecniche di analisi ben precise, rese pubbliche e trasparenti e a seguito di una gara se le Amministrazioni non sono in grado di effettuare una analisi preliminare sui bisogni;

i risultati della rilevazione dei bisogni devono essere resi pubblici sui siti (art. 53 del Codice dell'Amministrazione Digitale e ai sensi del dlgs 33/2013 e sm);

la rilevazione dei bisogni di una app non può non considerare la eventuale partecipazione di cittadini, utenti, stakeholders;

al termine della rilevazione l'Amministrazione interessata dovrebbe avere a disposizione tutti gli elementi utili per affidare a soggetti tecnici la realizzazione dell'app;

è necessario che sia nominato un gruppo di progetto dell'Amministrazione che faccia da interfaccia con il soggetto tecnologico "sviluppatore" e che sia composto dai dirigenti dell'Amministrazione competente (o del settore specifico di competenza); lo sviluppo di una app non può essere totalmente delegato a terzi; il gruppo di progetto accompagna il progetto nella fase della sua realizzazione e, dopo, per verificare l'efficacia della stessa app nella fase di attuazione, diffusione, utilizzo;

tutte le attività sono soggette a pubblicità sul sito dell'Ente;

al termine dello sviluppo dell'app si provvede a comunicare (con chiarezza e completezza e tramite tutti i canali comunicativi utili)  ai cittadini, agli utenti, agli stakeholders cos'è l'app realizzata, per cosa e come funzionerà, con quali utilità e ritorni per i cittadini, le imprese e l'Amministrazione interessata;

verifica permanente del funzionamento dell'app (per eventuali modifiche e miglioramenti da apportare)".

Donato Limone richiama altresì l'attenzione "dei soggetti pubblici" interessati su alcune pre-condizioni (necessarie e vincolanti) da considerare prima di decidere e realizzare app, che sono:

- un punto cruciale da considerare riguarda il contesto digitale dell'Amministrazione che intende sviluppare una app: se il contesto si caratterizza come "amministrazione digitale" allora sicuramente l'app avrà una possibilità concreta di realizzazione e utilizzo; se il contesto è quello maggiormente diffuso in Italia (sistema digitale misto a sistema analogico), allora il contesto si presenta "critico" sin dall'inizio (l'app non sarà connessa a procedure, processi, procedimenti nativamente digitali e non potrà funzionare);

- altro aspetto critico è la verifica del contesto organizzativo dell'Amministrazione che ha deciso di procedere per la realizzazione di una app (se il contesto organizzativo è di tipo formalistico-gerarchico allora ci sarà un vincolo molto forte nella fase di utilizzo dell'app rispetto a servizi erogati da parte dell'Amministrazione a causa di una organizzazione non dedicata alla erogazione di servizi in rete.

Se i contesti "organizzativi" e "digitali" si presentano "critici" allora l'Amministrazione non può decidere di realizzare una app.