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Obblighi di trasparenza all'incrocio fra pubblicità e vincoli

Pubblichiamo, tratto da "Enti Locali e P.A.-Il Sole 24 Ore" un articolo interessante (a parte l'accezione di "comunicazione") di Paolo Canaparo del 10 agosto scorso.

"Come ha messo in evidenza il presidente dell'Anac nel suo intervento alla Camera dei deputati per la presentazione della relazione al Parlamento per l'anno 2014, l'implementazione nelle attività pubbliche della trasparenza, anche secondo gli studi internazionali più accreditati, è l'argine principale alla corruzione; gli affari illeciti preferiscono il buio e non amano la luce della trasparenza. Il DLgs 33/2013, testo unico in tema di trasparenza delle Pubbliche Amministrazioni, va certamente nella giusta direzione sia pure con qualche limite, che ne impone un "tagliando", ora previsto con la specifica delega di cui all'articolo 7 della riforma delle Pubbliche Amministrazioni.
L'Anac ha rilevato, nel complesso, un livello di pubblicazione dei dati molto elevato e quasi prossimo alla totalità delle Amministrazioni. Tale valutazione positiva si scontra, però, con la scarsa attenzione alla qualità e alla completezza dei dati da parte di alcune Pubbliche Amministrazioni.
Molti peraltro i dubbi interpretativi sulle norme che costituiscono un permanente ostacolo alla effettività del regime, per cui appare indispensabile una rivisitazione di alcuni obblighi di pubblicazione per chiarirne l'esatta portata, sia con riferimento ai contenuti, sia ai soggetti tenuti a rispettarli.

Il carattere indifferenziato degli obblighi di pubblicità
Le criticità riscontrate attengono peraltro anche al carattere indifferenziato degli obblighi di pubblicità. Essi si applicano, infatti, con analogo contenuto, ed Enti in realtà profondamente diversi tra loro, senza distinguere la portata in ragione del grado di esposizione degli Enti al rischio di corruzione, dell'ambito di esercizio della relativa azione o, comunque, delle risorse pubbliche assegnate, della cui gestione l'Ente debba quindi rispondere. La differenziazione degli obblighi di trasparenza in ragione alle diverse amministrazioni ed Enti renderebbe la disciplina della trasparenza più coerente con la struttura organizzativa e le funzioni proprie di ogni comparto delle Amministrazioni.

La sovrapposizione tra obblighi di pubblicazione e comunicazione
Emergono altresì la necessità di operare una revisione del DLgs 33/2013 finalizzata ad evitare sovrapposizioni tra obblighi di pubblicazione e di comunicazione posti in capo ad Amministrazioni ed Enti. Spesso per diversi dati alla pubblicazione obbligatoria si affianca un concomitante obbligo di loro comunicazione ad una o ad altre Amministrazioni (in particolare il Dpf e il Mef). I dati in questione riguardano, in particolare, il personale, gli organi di indirizzo politico-amministrativo, le consulenze e gli incarichi, la contrattazione integrativa, i bilanci, gli investimenti per opere pubbliche, le procedure di gara, gli enti e le società partecipate, il patrimonio immobiliare.
Sempre in un'ottica di semplificazione si potrebbero introdurre, ad esempio, soglie che escludano dall'obbligo di pubblicazione gli incarichi di collaborazione o consulenza e gli affidamenti di lavori servizi e forniture di modesta entità. Analogamente si potrebbe incrementare il limite dei 1.000 euro previsto dagli articoli 26 e 27 del Dlgs 33/2013 per la pubblicazione degli atti di concessione di ogni vantaggio economico attribuito a imprese, persone ed enti per un importo".


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